Crescono nel 2016 le esportazioni di salumi italiani. Secondo le elaborazioni ASSICA (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria) sui primi dati pubblicati da ISTAT nel corso del 2016 il nostro export ha fatto registrare un +6,3% per 173.210 ton e un +4,8% per 1,4 miliardi di euro.
Un ottimo risultato maturato nonostante il rallentamento del commercio mondiale che ha destato molte preoccupazioni soprattutto nella prima metà dell’anno e il crescente ricorso a misure protezionistiche da parte di numerosi paesi terzi.


Particolarmente dinamica nel corso dell’anno è risultata la domanda dei partner comunitari ma, dopo un primo semestre opaco, ha ripreso vigore anche quella dei Paesi terzi. Su quest'ultima ha indubbiamente pesato il calo degli USA, penalizzati dal confronto con il biennio precedente che aveva fatto registrare crescite del 20% anno. Un mercato, quello statunitense, sul quale pesano i timori per le nuove misure protezionistiche annunciate da Trump.


Nel corso del 2016 hanno mostrato un andamento crescente anche le importazioni di salumi, salite a 54.220 ton (+7%) per un valore di 197,7 milioni di euro (+5,7).
Il saldo commerciale del settore ha registrato un incremento del +4,7% per 1,2 miliardi di euro.


Le esportazioni di salumi, inoltre, hanno mostrato, in termini di fatturato, un passo più veloce sia rispetto a quello dell’industria alimentare (+3,6%) sia rispetto a quello generale del Paese (+1,2%).


Una buona performance – ha commentato Nicola Levoni Presidente di ASSICA – ancora più apprezzabile perché arriva in un anno dalle molteplici difficoltà.
Nel 2016, infatti, abbiamo avuto a che fare con ostacoli vecchi, come la chiusura del mercato Russo, ma anche con nuove sfide. Penso a Brexit il cui impatto sull’economia è ancora tutto da verificare ma anche alle crescenti tensioni geopolitiche che nel corso dei mesi hanno aumentato l’instabilità dando nuovo impulso a politiche protezionistiche e nazionalistiche.