Dopo anni in cui l’avvio delle esportazioni di carni suine in Cina è stato più volte annunciato e poi smentito, la firma di un Protocollo tra il Ministero della Salute italiano e l’Amministrazione Generale delle Dogane cinese costituisce un vero spartiacque con il passato: ora le condizioni per l’esportazione delle nostre carni suine sono ufficialmente definite ed è possibile procedere verso la conclusione delle formalità burocratiche.

La trattativa è durata oltre 15 anni e ha richiesto lo svolgimento di numerose missioni in Cina da parte dei più alti livelli tecnici e istituzionali del nostro Paese per incontrare i vertici delle Autorità sanitarie cinesi, di visite in Italia di delegazioni di ispettori del Ministero dell’Agricoltura, delle Agenzie di Quarantena e delle Dogane cinesi e l’invio di copiosi fascicoli tecnico-sanitari da parte del Ministero della Salute.

«Sono orgoglioso di poter dichiarare che si tratta di uno straordinario risultato per il nostro Paese che Assica - Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi - ha contribuito a raggiungere. Lo abbiamo perseguito con determinazione e costanza per oltre 15 anni, supportando le nostre Istituzioni nelle lunghe e difficilissime trattative con le Autorità cinesi – afferma Nicola Levoni, presidente di Assica. Il Ministero della Salute, negli uffici del Segretariato Generale e delle due Direzioni di Sicurezza Alimentare e Sanità Animale, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo, il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero degli Affari Esteri, la Commissione europea e Ice-Agenzia hanno lavorato con straordinaria dedizione e professionalità a questo dossier; ma non avremmo raggiunto il successo senza il supporto preziosissimo della nostra Ambasciata a Pechino».

«In questi quindici anni si sono succeduti Ministri, Ambasciatori e anche Presidenti e Direttori di Assica, ma il “dossier” per l’esportazione delle carni suine in Cina è stato portato avanti da tutti con grande risolutezza. Il mio ringraziamento – ha proseguito Levoni – va a tutti coloro che hanno lavorato in questi lunghi anni con tenacia, in maniera sinergica e nella convinzione che tutte le produzioni suine italiane dovessero avere accesso al grande mercato cinese, finora riservato ai prosciutti crudi e ai prodotti cotti».