Non si arresta la lotta al mercato nero dei pallet, un circuito parallelo che negli anni ha causato ingenti danni all’economia del Paese minando la corretta e libera concorrenza del mercato. Nel primo semestre del 2018 gli interventi della Guardia di Finanza, svolti con l’ausilio degli ispettori EPAL/FITOK e di Conlegno, sono stati 5, quasi uno al mese, e hanno portato al sequestro di circa 3.000 pezzi tra pallet e blocchetti contraffatti. Veneto, Lombardia, Lazio e Piemonte sono le regioni che, dall’inizio dell’anno, sono state coinvolte nelle azioni giudiziarie che hanno permesso di individuare un giro di traffici illeciti di pallet prodotti e riparati senza l’autorizzazione a utilizzare i marchi EPAL e IPPC-FAO FITOK, con gravi ripercussioni sulla sicurezza delle merci, dei lavoratori e dell’ambiente. Il consiglio di Conlegno, Consorzio Servizi Legno e Sughero che gestisce i marchi IPPC/FAO FITOK e EPAL per l’Italia, è sempre quello di rivolgersi a produttori e riparatori autorizzati che operano nel rispetto della conformità fitosanitaria degli imballaggi in legno allo Standard ISPM n. 15 e assicurano la qualità dei pallet prodotti.


“La lotta all’abusivismo è fondamentale non solo per tutelare i consorziati che realizzano, riparano e commercializzano prodotti sicuri e di qualità, ma anche per disincentivare un comportamento scorretto che può costare alle aziende inadempienti migliaia di euro di multa oltre alla reclusione, nei casi più gravi – spiega Orlando Fravega, presidente di Conlegno – Per questo motivo il Consorzio si impegna quotidianamente da un lato a informare e formare gli operatori del settore, dall’altro a supportare le aziende aderenti a Conlegno nello svolgimento delle attività secondo la normativa vigente”.


Con oltre 115 milioni di pezzi immessi legalmente sul mercato mondiale nel 2017, quasi due per ciascun abitante dello Stivale, i pallet EPAL sono oggetti dall’apparente valore economico contenuto, ma che sembrano far gola ai molti intenzionati a trarre illegalmente profitto dalla produzione non autorizzata e dalla compravendita abusiva. Un mercato parallelo che, solo in Italia, vale milioni di euro. I bancali, venduti in nero a prezzi bassi, realizzati con materia prima di dubbia provenienza, non rispondenti ai capitolati tecnici, causano concorrenza sleale verso le imprese autorizzate EPAL che operano in modo corretto e che, solo in Italia, sono oltre 200.

Dal 2015 al 2017 sono state 79 le segnalazioni fatte da Conlegno per sospetta attività abusiva di compravendita di pallet che hanno portato a 53 controlli della polizia giudiziaria atti a reprimere gli illeciti nel mercato nero dei pallet e scongiurare il dilagare del fenomeno dell’abusivismo nel settore. Il risultato: 4 processi conclusi con l’applicazione della pena su richiesta, una sentenza di condanna in primo grado e 54 procedimenti ancora pendenti o in fase di indagini, di cui la metà aperti nel 2017.
L’attività della Guardia di Finanza si inserisce in un panorama molto più ampio; basti pensare che solo nel periodo che va da giugno 2015 a dicembre 2016 sono stati 144 gli interventi nel comparto della fabbricazione e riparazione di imballaggi per un totale di 2,3 milioni di pallet con marchio contraffatto sequestrati. Sono stati inoltre individuati 27 soggetti completamente sconosciuti al fisco e 34 lavoratori irregolari.

“A poche settimane dall’intervento dei Finanzieri della Compagnia di Asti, che ha permesso di individuare un soggetto che nella zona di Castell’Alfero effettuava la riparazione abusiva e la commercializzazione di bancali senza le autorizzazioni amministrative e senza le licenze d’uso dei marchi EPAL e IPPC/FAO FITOK – spiega Diana Nebel, responsabile Area EPAL di Conlegno – il Consorzio ribadisce il vivo apprezzamento per l’opera svolta dalla Guardia di Finanza e invita gli operatori del settore a rivolgersi solo ed esclusivamente a partner sicuri e affidabili contrastando ogni tentativo di contraffazione e abuso commesso da soggetti che cercano di trarre illegalmente profitti dall’immissione nel mercato di pallet irregolari alimentando un circuito parallelo che genera concorrenza sleale”.

La commercializzazione e l’utilizzo di pallet contraffatti genera danni ingenti non solo all’economia del Paese ma anche all’ambiente e soprattutto agli utilizzatori. Impiegare bancali prodotti illegalmente, utilizzando materiale di scarsa qualità e non rispettando le disposizione contenute nel capitolato tecnico EPAL, mina la sicurezza di merci, strumenti di lavoro e operatori in fase di accatastamento, immagazzinaggio e movimentazione dei vettori con automezzi ed elevatori.
Non solo, quasi sempre il mercato nero porta con sé l’elusione delle regole sulla tracciabilità della filiera del legno, decisive dal punto di vista della tutela ambientale. Inoltre, la circolazione di bancali non sottoposti a trattamenti fitosanitari può alimentare la diffusione di organismi nocivi che trovano negli strumenti di movimentazione delle merci dei veicoli di trasmissione estremamente efficaci, mettendo ogni anno a dura prova la salute del Pianeta generando e causando gravi danni all’agricoltura.