Si è letto molto e si è scritto ancora di più sulla crisi che ha investito l’Italia, l’Europa, il mondo della finanza, dell’industria, della cultura, formazione e anche della religione. Ora è tempo di cambiare rotta, mentalità, nella consapevolezza che dopo la crisi si potrà parlare di risorgimento e di riscatto.

Antonio Calabrò, in "La morale del tornio. Cultura d’impresa per lo sviluppo", (UBE 2015; 240 pagg.;  16,50 euro; 8,99 e-pub),  si fa promotore di un nuovo orizzonte per l’impresa e l’economia conducendo il lettore in un viaggio nell’universo produttivo italiano scuotendo gli  animi di molti concittadini caduti nel pessimismo sostenendo che non è più il tempo dell’ossessione del declino …”perché siamo un paese in movimento… è il momento del fare e del recuperare… “. L’economia reale sembra, infatti, dare finalmente segni positivi, fiducia, lavoro, speranza e ottimismo.

Con un occhio attento alla ”grande Milano” capitale della cultura d’impresa e delle grandi banche, dell’editoria e della comunicazione, della moda e del design, della manifatture e della ricerca, delle otto università e dell’Expo città essenziale per l’Europa e indispensabile per l’Italia, e alle aree più sviluppate del Nord, Calabrò punta su parole chiave quali innovazione, qualità, ricerca e capitale umano“.