Buone notizie per il comparto del pane industriale e dei suoi sostitutivi, che nel corso dello scorso anno ha registrato un andamento in crescita sia a valore che nelle quantità. Per quanto riguarda il segmento dei pani confezionati, in particolare, l’incremento a volume è dell’1% (dati Nielsen, totale Italia Food at gennaio 2014), mentre il giro d’affari cresce di 2,7 punti percentuali. «Il comparto dei pani industriali» afferma Itzel Contreras Barajas di Nielsen, «rappresenta un fatturato superiore a 1,2 miliardi di euro e si divide a metà tra il mondo secco e morbido, con un giro d’affari rispettivamente di 642 e 632 milioni di euro. Per quanto riguarda le vendite a volume si parla invece di 134 mila tonnellate per i pani secchi e 194 mila per quelli morbidi».

Il comparto da Nord a Sud
Il pane confezionato a peso imposto registra migliori performance soprattutto nelle regioni del Nord Italia: è l’Area 1, infatti, a mostrare la crescita maggiore (+2,8%) seguita dall’Area 2 (+0,5%); segno negativo, invece, sia per le zone del Centro (-0,4%) che per il Mezzogiorno (-0,5%). Situazione analoga per quanto riguarda l’andamento a valore: le regioni settentrionali (Area 1) mostrano infatti un +5,1%, mentre in quelle meridionali le vendite scendono dello 0,1%.

Le vendite in Gdo
Analizzando il mercato nei diversi canali distributivi si può notare come le vendite a volume abbiano registrato il maggior incremento nei discount (+5%), seguiti da super (+3,2%) e iper (+3%). Performance deludenti, invece, per il traditional grocery – in calo di ben 9,4 punti percentuali – e i liberi servizi, scesi dell’8,4%. Stesso andamento relativo al fatturato, con gli ipermercati e i supermercati in testa (rispettivamente +5,7% e +5,5%) seguiti dai discount (+4,7%); ancora una volta, segno meno per i liberi servizi (-7,2%) e per il traditional grocery (-6,9%).

Il secco batte il morbido
«Per la prima volta l’area del pane secco (+2,7% a valore e +1% a volume) supera quella dei morbidi» continua Itzel Contreras Barajas «soprattutto grazie alla crescita dei crackers e di altri panificati croccanti come taralli e panetti». Una situazione riscontrata, ad esempio, da Dolce Bontà come afferma Pietro Curci, responsabile vendite dell’azienda: «le tipologie merceologiche che ci hanno dato maggiori soddisfazioni sono i taralli e le friselle». Un 2013 in calo, quindi, per i pani morbidi (-1% sia a valore che a volume), soprattutto a causa del trend negativo registrato dal pane da tavola (-12% nel giro d’affari) che si avvicina maggiormente al tradizionale pane fresco. Da segnalare, però, il buon andamento dei panini e delle piadine (rispettivamente +6% e +5%) e la stabilità dei pani morbidi a fette – che rappresentano il segmento principale – in crescita dell’1%.

Il comparto dei sostitutivi sorride
I sostitutivi del pane sono particolarmente apprezzati dagli italiani: crackers, grissini ma anche gallette e snacks, infatti, sono sempre più presenti nel carrello della spesa e consumati durante i pasti della giornata. «Il mercato dei sostitutivi» conferma Rossella Guidobono, marketing manager di Eurofood «è cresciuto del 3% a valore nel corso del 2013». Un trend positivo riscontrato anche da Vallefiorita, come spiega Carlo Sardano della direzione commerciale e acquisti del gruppo: «i dati di vendita ci mostrano ancora una crescita per i sostitutivi del pane; i prodotti che presentano le migliori performance sono i pani da farcire, soprattutto il pan brioche (+60% a valore e +67% a volume)».

Benessere e leggerezza al primo posto

Il merito di questo andamento positivo sembra derivare in particolar modo dal consolidamento dell’offerta salutistica: i consumatori chiedono, infatti, sempre più insistentemente prodotti che garantiscano un’alimentazione sana ed equilibrata e i player del settore s’impegnano a rispondere prontamente a questa nuova esigenza. Ne è un esempio Riso Scotti: «la nostra azienda» afferma Gianluca Pesce, direttore marketing e commerciale di Riso Scotti «è leader nel segmento delle gallette di riso, con il 21,7% di quota a volume e il 20,3% a valore e si posiziona come player di riferimento per i sostitutivi che utilizzano il riso come ingrediente caratterizzante, che porta con sé tutto il benessere naturale di questo cereale. Scotti, inoltre, presidia il segmento dei salutistici con il cracker di riso».

Agli italiani piacciono ai cereali e bio
Performance particolarmente positive anche per il brand Nattura (distribuito in Italia da Eurofood) che – racconta Rossella Guidobono - «ha in assortimento molti sostitutivi del pane (dal pane azzimo di frumento, kamut biologico e farro al pane azzimo morbido bio, dalla piadina di kamut bio alle gallette di cereali fino alle sfogliatine di farro e kamut) e ha registrato crescite del 20% a valore e del 23% a volume».

I salutistici soddisfano di più
Senza glutine, integrale, con pochi grassi e meno sale: sono queste le caratteristiche maggiormente richieste dai consumatori come confermano le vendite dei sostitutivi del pane nel corso dell’anno passato. «Le categorie che danno i risultati più soddisfacenti» continua a questo proposito Rossella Guidobono «sono le varianti di pane azzimo e i prodotti che offrono ricette particolari: senza lievito né latte, vegan, biologiche e gluten free». Dello stesso avviso anche Gianluca Pesce di Riso Scotti: «tra i nostri sostitutivi più performanti ci sono le Risette – certificate biologiche e senza glutine – disponibili nelle versioni 100% Riso, Integrali Fibra più Fibra, Riso e Mais, Riso e Soia. Buoni anche i risultati ottenuti dalle Risette Snack (senza glutammato e non fritte), dai nuovi Cracker e dai Grissini (entrambi di riso e bio) nonché – per quanto riguarda i prodotti da forno – dai Griss (grissini gluten free di farina di riso) e dal PanRiso, un pane senza glutine confezionato a fette in atmosfera protettiva».

La comunicazione
Sono diverse le strategie comunicative adottate dalle aziende del mercato del pane e dei suoi sostitutivi. Dolce Bontà, ad esempio, si affida principalmente alle attività promozionali realizzate all’interno dei punti vendita della grande distribuzione; Vallefiorita, invece, si concentra maggiormente sulle iniziative 2.0: «stiamo utilizzando nuovi canali comunicativi come internet e social network, ma prevediamo anche – nell’arco dei prossimi due anni – di essere presenti agli eventi fieristici più importanti del settore agroalimentare» spiega Carlo Sardano. Molto articolata, infine, la strategia messa a punto da Eurofood che prevede attività sul punto vendita con campagne di degustazione accompagnate da buoni sconto e concorsi “instant win” nonché supporto a eventi sportivi nazionali di running, iniziative sviluppate con alcuni bloggers e organizzazione di tasting in alcuni centri benessere e fitness.