Il macrosettore merceologico dei Beni di Largo Consumo mostra un comportamento eterogeneo sui tempi di pagamento. Il settore della GD/DO esibisce la peggiore perfomance con solo il 18,7% di aziende che rispettano i termini concordati (-27 punti percentuali dalla media italiana). Se, invece, si osservano i ritardi oltre i 30 giorni medi, le imprese meno efficienti risultano quelle appartenenti al comparto Horeca con il 23,4% nella classe considerata, seguite dalla GDO/DO con il 21,8%. L’amministratore delegato di CRIBIS D&B Marco Preti commenta e analizza i dati della ricerca condotta dalla sua società sulle abitudini di pagamento delle aziende del largo consumo.

Rispetto alla media dei tempi di pagamento delle imprese italiane, che a marzo 2013 si è attestata sul 45,9% di soggetti puntuali, la Gdo-Do si ferma al 18,7%: vale a dire che nemmeno 1 impresa su 5 è affidabile nel saldare i fornitori. E come se non bastasse, la percentuale di quelle che pagano con un ritardo superiore ai 30 giorni è il doppio rispetto al panorama italiano: 21,8% contro 11,1% , una cifra, tra l'altro, cresciuta di 5,4 punti percentuali rispetto al dicembre 2010. A livello geografico, la situazione è decisamente più positiva nel Nord Est, con un tasso di puntualità a marzo del 29,1%, mentre precipita al Sud e nelle Isole, dove il 32,5% degli operatori paga oltre i 30 giorni.

A dirlo sono i dati del più recente Studio sui tempi dei pagamenti commerciali che noi di CRIBIS D&B, società del gruppo CRIF specializzata nella business information, diffondiamo periodicamente. Le cifre, già preoccupanti in sé, acquistano ancora maggiore rilevanza se si guarda il quadro europeo: la Gdo-Do italiana si piazza ultima per puntualità (appena il 19,4% a dicembre 2012 contro il 47,2% della Spagna o l'82,9% della Germania) e prima nei ritardi oltre i 30 giorni (21,6% a dicembre contro il 7,1% della Polonia, il 5,4% della Francia, fino allo 0,7% della Finlandia).

Le dinamiche che abbiamo registrato nel nostro Studio sono spiegate da 3 elementi che in questi ultimi anni stanno caratterizzando la vita delle imprese. Prima di tutto, continua il processo di trasformazione dei ritardi in termini contrattuali: le imprese non vogliono perdere clienti e fatturato e quindi consentono di allungare i termini di pagamento. Da alcune nostre ricerche emerge che il 73,5% delle imprese è disponibile a concedere dilazioni di pagamento, mentre l’88% degli operatori ha notato negli ultimi 12 mesi un aumento delle richieste di allungamento dei tempi da parte dei propri clienti.

Il secondo elemento, e forse il più grave, è il fatto che alcune imprese non riescono più a stare sul mercato e ritardano oltremodo il saldo delle fatture. Il terzo elemento è l’unico positivo, anche se non a costo zero: negli ultimi anni le imprese italiane hanno messo sempre più il tema dei pagamenti al centro della propria gestione finanziaria, come uno dei fattori decisivi per rimanere sul mercato, investendo in nuove strategie come un più attento monitoraggio della clientela, nuove policy commerciali e, in alcuni casi, anche un ampliamento della struttura di credit management. Molto diffusa anche l’adozione di procedure di recupero dei crediti più tempestive e strutturate.