Assica, Assocarni e UnaItalia, le principali associazioni di categoria delle tre filiere italiane della carne più importanti (bovino, suino e avicolo) hanno presentato a Milano il rapporto “La sostenibilità delle carni in Italia”.

Negli ultimi anni il consumo di carne è divenuto oggetto di molte attenzioni e di dibattito, legati soprattutto a ragioni nutrizionali e ambientali, e per quesa ragione le tre associazioni di categoria hanno elaborato il progetto “Clessidra Ambientale”, che rappresenta l’equilibrio fra nutrizione umana e tutela dell’ambiente.

Fino ad oggi si è valutato il carbon footprint della filiera delle carni in termini assoluti (emissioni di CO2 per kg di carne); la clessidra ambientale mostra come in un modello alimentare corretto l’impatto delle emissioni di anidride carbonica delle proteine sia pari a 7,5 kg, un valore in linea con quello di frutta e ortaggi, che arriva a 6,7 kg CO2 eq.

“La Clessidra Ambientale moltiplica l’impatto ambientale degli alimenti per le quantità settimanali suggerite dalle linee guida nutrizionali più recenti, che prendono a modello la dieta mediterranea, e mostra come mangiare carne in giusta quantità non comporti un aumento significativo dell’impatto ambientale”, ha dichiarato Massimo Marino, Socio fondatore di Life Cycle Engineering, responsabile tecnico del progetto.

Inoltre il rapporto affronta anche il tema dello spreco alimentare legato al settore delle carni, evidenziando come la filiera della carne sia una dellepiù virtuose dell’agroalimentare italiano e può fungere da modello produttivo  per assicurare la sostenibilità economica e ambientale del settore.