Federico Boerci, amministratore delegato di Eurofood commenta ai microfoni di Distribuzione Moderna l’operazione finanziaria che permetterà all’azienda di potenziarsi sul coloniale e sugli alcolici e di creare un polo di distribuzione di specialità unico nel panorama italiano.


Recentemente avete acquisito un vostro storico concorrente. Che cosa significa questo per voi e cosa vi riproponete con questa importante acquisizione?
Con D&C abbiamo di fatto chiuso un ciclo molto importante per la nostra azienda perché abbiamo acquisito il nostro più importante competitor e questo è innanzitutto motivo di orgoglio. Ma significa soprattutto completare a livello merceologico le competenze di Eurofood. Per esempio, potenziandoci laddove D&C era già una azienda più esperta, come sui coloniali e sugli alcolici, compensando così l’area nella quale noi siamo da sempre più forti, come nel mondo dell’etnico, della salute e del lusso. Questo significa creare un polo di distribuzione di specialità unico nel mondo italiano.



Dal punto di vista delle competenze ci sarà una suddivisione delle funzioni e quindi una specializzazione o un’osmosi completa? Come funzionerà?
Le aziende rimarranno due SpA indipendenti. Ovviamente ci sarà una collaborazione a livello di management ma rimarranno due aziende separate, ciascuna con il proprio focus. Quello che posso dire è che sicuramente le sinergie, soprattutto dal punto di vista della gestione dei costi fissi e variabili ma anche della forza vendita, ci permetteranno di ottimizzare al meglio una struttura che a livello di numerica Clienti ha solo il 7 per cento di Clienti in comune. Questo ci permette di ragionare su una logica di sviluppo sia in Eurofood sia in D&C tramite una forte integrazione e collaborazione tra le due rispettive reti commerciali.



Con l’acquisizione di D&C, quest’anno avete incrementato in modo significativo il vostro fatturato. Per l’anno prossimo vi aspettate un ulteriore supporto e spinta da questa operazione?
Sicuramente l’obiettivo per l’anno prossimo è di arrivare ai 150 milioni di euro di fatturato. Grazie alla crescita in questo momento di mercato di Eurofood e grazie all’ingresso di D&C, oggi, già dopo pochi mesi di collaborazione, abbiamo lanciato il primo listino prezzi che parla di quasi una cinquantina di nuovi prodotti. Quindi, uno sviluppo sul mondo degli alcolici e degli sprits, delle specialità e dei coloniali che consente a D&C, che negli ultimi anni era stata un po’ bloccata, di ripartire.



Voi vi rivolgete soprattutto alla Gdo. In un momento in cui i consumi sono in difficoltà come avete reagito? Eurofood beneficia del fatto che comunque i prodotti di alta gamma non hanno risentito della crisi o invece l’avete subita anche voi?

Eurofood quest’anno chiuderà tra il +17 e il +20 per cento, in funzione di come andrà il Natale. Questo dato è nettamente in controtendenza rispetto al resto del mercato. Un fatto dovuto a scelte legate a una tipologia di consumo che per forza deve continuare a crescere, perché molto forte in tutta Europa e nel mondo, vale a dire le categorie della salute, dell’etnico e del lusso. Categorie merceologiche che continuano la loro crescita malgrado alla crisi. Un’Azienda come la nostra, che ha scelto in tempi non sospetti di lavorare sul mondo della cucina etnica, della cucina salutistica e del lusso, si può permettere di navigare in acque relativamente tranquille che le consentono di guardare oggi alla crisi come una opportunità e non un problema. L’acquisizione di D&C e di altre attività che stiamo valutando nasce proprio da questo, cioè dal fatto che sia un momento in cui è possibile rafforzarsi e concludere buoni affari.



Voi non siete produttori ma un’azienda commerciale, dove è da ricercare il “segreto” del vostro successo?
È proprio quello di poter contare sul non essere produttori ma di poter scegliere in giro per il mondo i prodotti con i migliori trend di crescita in tutte le categorie. Avere la possibilità di lasciare i mercati che non vanno più e scegliere i mercati che stanno emergendo. Abbiamo anche dei Marchi di proprietà, con delle partnership molto forti, per esempio con KV Nordic per quanto riguarda le specialità del salmone e con Náttúra, che è una gamma di prodotti salute creata da joint-venture italiane con cui ci stiamo specializzando nel mondo dei prodotti senza latticini, senza glutine, senza lievito e con dolcificanti naturali, andando a proporre prodotti in assortimento, ad esempio, nei NaturaSì, ma portando l’offerta in Gdo e nel canale tradizionale.
L’anno prossimo chiuderemo un accordo con un Brand che ci permetterà di superare i 10 milioni di euro al terzo anno di lavoro. Questo canale della salute per noi è fondamentale. Abbiamo conosciuto il consumatore di questa categoria merceologica grazie ad Alpro, Brand che oggi vale in Italia 13 milioni di litri di prodotti di bevande vegetali di soia, mandorle e riso,un marchio che si rivolge a un consumatore che nonostante la crisi investe sulla propria salute.


Quindi grandi selezionatori e capacità di seguire i trend di consumo. Ma dovete avere anche una forza distributiva non indifferente e buone capacità dal punto di vista logistico.
Sicuramente abbiamo una Forza Vendita molto completa che sul territorio italiano vanta più di 300 persone, parte dedicata alla Gdo e parte dedicata al commercio locale. In una parola sola, mi piacerebbe definire il nostro gruppo: contemporaneo. L’Azienda vive in modo contemporaneo quello che sta succedendo, quelli che sono i mercati e le nuove frontiere. Siamo gente che vive la realtà odierna.



Quali sono gli elementi del marketing mix su cui puntate di più?

Stiamo investendo ancora moltissimo sul Punto Vendita. Pensiamo che ancora oggi sia la battaglia fondamentale. Lo dimostra il fatto che assorbe il 70% del nostro budget. La comunicazione sul punto vendita per noi rimane prioritaria e mi riferisco ad attività di degustazione, hostess fuori banco, volantini e loyalty card. Con il restante 30% stiamo lavorando sui social e sui blogger. Sui nostri marchi di proprietà abbiamo piani di comunicazione sia su stampa che televisiva.


Stefania Lorusso