Eleonora Gemini è il direttore generale della filiale italiana di IFCO Systems, primo pooler europeo ad avere introdotto il sistema delle casse riutilizzabili in Italia e parte di un gruppo multinazionale che opera in 39 paesi del mondo. Le abbiamo chiesto di raccontarci punti di forza, strategie e obiettivi di questa realtà, leader mondiale nella fornitura di soluzioni di imballaggi riciclabili.

Che posizione occupate nel mercato italiano?

In Italia siamo attualmente il primo player privato.



Di quanti impianti disponete?
I tre impianti di lavaggio sono tre, posizionati uno a Catanzaro, uno a Cesena ed il terzo da Padova è stato spostato recentemente riposizionato ad Alfianello, in provincia di Brescia. Affidiamo i nostri trasporti di consegna verso i clienti e di raccolta presso i Retailer ad un solo provider. Abbiamo inoltre varie partnership con alcuni Retailer per cui utilizziamo il loro trasportatore in modo da ottimizzare i costi del rientro.



Qual è la caratteristica che vi distingue rispetto agli altri competitor?
Rispetto ad altre realtà locali, e analogamente ad altri competitor europei, è il lavaggio. Avendo un’alta esposizione internazionale, dobbiamo assicurare l’igiene più scrupolosa. Noi per scelta abbiamo deciso di lavare il 100 per cento delle casse e per ogni movimento la cassa esce lavata, pulita e igienizzata. Ci sono però delle eccezioni a livello locale. Per esempio, per la IV gamma laviamo le cassette solo quando realmente serve, perché non hanno bisogno di essere lavate e igienizzate ogni volta, contenendo prevalentemente bustine di plastica di insalata. L’altra vera reale diversificazione è la più ampia gamma di pool di cassette per il solo settore ortofrutticolo. Abbiamo il pool a marchio IFCO, che è composto da 7 casse grandi e 3 piccole, il pool a marchio CHEP che è fatto da 4 casse grandi e 2 piccole ed il pool a marchio STECO che conta su altri 10 modelli di cassette, 8 grandi e 2 piccole. Quindi abbiamo tre pool di casse, tutte modulari 60x40, ma con altezze, colori e caratteristiche che si prestano ad usi diversi. Un’altra nostra caratteristica consiste nel fatto che non disponiamo di pochi grossi clienti, ma di oltre 1000 clienti tra medio grandi e piccoli.



Che relazioni avete con Steco?
Steco è stata acquisita da IFCO nel 2008. Il suo Pool di cassette continua ad essere utilizzato con successo in esclusiva sia in Italia che nei mercati dell’Est europeo.



Si può sostenere che la vostra offerta dal punto di vista di ampiezza di gamma e assortimento sia la più ricca del mercato?
Certamente. Oltretutto abbiamo delle cassette innovative e specifiche, ad esempio per le banane. Non solo la cassetta è studiata con tecnici di Dole o di altri fornitori, ma il sistema è interessante perché la cassetta parte direttamente dal paese d’origine. Abbiamo anche 2 modelli diversi di cassa per la carne, che inizia ad avere qualche interesse anche a livello locale, ma rimaniamo i primi ad aver lanciato la cassa abbattibile nel settore, 5 anni fa, del mercato tedesco con Rewe. Possiamo offrire oggi cassette per uova e pane. Abbiamo in fase di studio anche quella, innovativa, per il pesce. Disponiamo inoltre di contenitori minibins per le piccole angurie, o magnum box specifici per le patate. Diciamo che la varietà di prodotti è molto ampia.



Come definirebbe l’attuale dinamica competitiva del mercato?
Si può dire che la maggior parte dei volumi di ortofrutta, vengono ancora veicolati dai mercati di strada, la restante parte viene acquistata in grande distribuzione. All’interno della Gdo, che è quella che per nostra natura copriamo, non c’è più tanto spazio di manovra. I grandi players si avvalgono di sistemi cooperativistici o sistemi propri. L’altra parte del mercato si avvale dei nostri servizi o da quelli di aziende analoghe alla nostra, a capitale privato. C’è infine qualche catena ed altre realtà della Do che si appoggiano ancora a piattaforme esterne e quindi utilizzano ancora imballaggi a perdere. Maggiori margini di sviluppo vi sono nel mercato della carne. Non tanto della carne rossa, quanto in quello delle carni avicole, che si stima possa sviluppare 300-400 milioni di movimenti all’anno. Il questo caso il problema sarà creare un nuovo tipo di servizio che soddisfi esigenze, circuiti e relazioni ben diversi dal settore d’origine del sistema pool.


E quindi come si esce da questa empasse?
L’ambizione massima per chi, come me, lavora in aziende virtuose che hanno a cuore il futuro delle prossime generazione, sarebbe quella di contribuire sempre più alla riduzione dei rifiuti e lo spreco alimentare anche in altri settori e per altri prodotti. Per questo motivi stiamo cercando nuovi mercati che siano presto adatti alla gestione di circuiti di imballi riutilizzabili.


In questo momento la vostra strategia su cosa si basa? Quali sono gli assi portanti del vostro marketing mix.
Il fattore Umano: IFCO è composta da team molto forti che agiscono localmente. E’ vero che ci sono delle linee guida precise, però il loro sviluppo viene affidato ai manager locali che conoscono a fondo i mercati e le loro peculiarità. I sistemi informatici: possediamo un sistema informatico particolarmente efficace per riuscire a tracciare in modo eccellente i movimenti. Il servizio: garantiamo velocità di consegna ai fornitori e un numero di casse sufficienti a garantire il servizio. Se si riesce a sapere sempre dove sono le casse, e si riesce a farle ruotare anche solo una volta in più, si genera del valore aggiunto di cui possono fruire tutti gli utilizzatori. Il segreto è tutto qui.



Quest’anno come si chiuderà per la vostra azienda?
Il nostro anno fiscale si chiude nel mese di Giugno e lo scorso periodo si è chiuso ancora con un segno estremamente positivo, grazie all’acquisizione di nuovi accordi con catene distributive del Nord Ovest.



Per l’anno prossimo che obiettivi avete?
Quanto meno di riuscire a mantenere le nostre posizioni e rinnovare la fiducia dei nostri partner in Distribuzione. Per l’anno fiscale che si chiuderà a Giugno 2015 prevediamo di riuscire a rispettare il budget, nonostante la grande crisi in cui versa il nostro mercato di riferimento.