Bofrost Italia, che controlla anche le filiali di Slovenia, Grecia e Croazia, fa parte del Gruppo Bofrost International, presente in 12 paesi europei con 5 milioni di clienti, 10mila venditori, 5mila veicoli e un catalogo di oltre mille specialità, per un fatturato annuo di oltre 1.200 milioni di euro. Si tratta, attualmente, della più importante azienda della vendita diretta di specialità surgelate nel nostro Paese. Il Direttore marketing Graziano Francescon ci svela numeri e strategie di questa realtà.



Come si è chiuso il 2014 per Bofrost?
Siamo in crescita del 5 per cento a valore, un risultato che porta il nostro fatturato a circa 220 milioni di euro.



Solo frutto del duro lavoro o risultato agevolato da un favorevole trend di mercato?
Tutte le ricette, per potersi definire buone ricette, contano su diversi ingredienti. Nel caso di Bofrost, l’ingrediente è fatto di uomini, di vision, di rischi, di lungimiranza e della capacità di interpretare i trend di mercato con grande anticipo. Siamo in controtendenza rispetto al mercato, dove anche nell’alimentare si registrano forti flessioni. Ma il nostro management è riuscito a costruire un rapporto con la forza vendita e a cogliere e interpretare i bisogni dei consumatori. È questa una delle chiavi di volta del successo di Bofrost: l’essere vicino agli uomini dell’azienda e al tempo stesso al consumatore finale.



C’è qualche categoria di prodotto che spicca sulle altre per le sue performance?
La pizza surgelata rappresenta da sempre una merceologia strategica per la nostra azienda e anche lo scorso anno ha messo a segno positivi risultati, a riprova che, nonostante la situazione, gli italiani mangiano sempre più spesso a casa riconoscendo la grande qualità dei nostri prodotti.



La vostra copertura territoriale si concentra solo al nord?
No. Siamo presenti in tutta Italia, un po’ meno al sud dove però abbiamo avviato un piano di espansione impegnativo. La Sicilia è stata una delle ultime regioni dove abbiamo acquisito molti clienti e stiamo aprendo nuovi depositi. Su tutto il territorio nazionale ne contiamo una cinquantina e serviamo con cadenza quindicinale oltre un milione e duecentomila famiglie.



C’è qualcosa che vi distingue realmente dalla concorrenza?
La frequenza delle visite ai clienti, ogni quindici giorni, e soprattutto la formazione e la preparazione dei nostri collaboratori. Abbiamo a oggi più di 2000 dipendenti, tutti assunti direttamente a cominciare dalle teleoperatrici, che instaurano un rapporto “intimo” con i clienti, ne conoscono le abitudini, i gusti e conseguentemente sanno cosa proporre loro. Bofrost ha un indice di fedeltà altissimo, molto di più rispetto a qualsiasi altro competitor nel mercato door to door.



E dal punto di vista dell’assortimento, del prezzo, del servizio?
In termini di assortimento abbiamo saputo cogliere quelle che sono le tendenze di consumo, cosa che è stata facilitata dal rapporto costante e diretto con i nostri clienti, conoscendo così le loro abitudini e i loro desideri. Facciamo tesoro di tutte le richieste e anche dei reclami che ci arrivano quotidianamente all’help desk. Inoltre abbiamo nelle nostre clausole l’opzione “soddisfatti o rimborsati”, che poche aziende si possono permettere: un consumatore che non è soddisfatto della nostra referenza riceve un rimborso totale, senza dover restituire il prodotto. È un rapporto di completa fiducia. Quindi, qualità dei prodotti ma anche del servizio offerto.



La Gdo e la distribuzione specializzata rappresentano per voi un concorrente temibile?
La concorrenza c’è, ma andiamo avanti per la nostra strada convinti di quello che facciamo, della qualità che offriamo e delle scelte effettuate. Rispetto al classico competitor del porta a porta abbiamo una marcia in più, per il personale che siamo riusciti a formare e motivare e anche per le scelte strategiche prese in un mercato che sta evolvendo in modo repentino. Il confronto con la Gdo per noi non è relativo, anche perché Bofrost non è anonima, nel senso che il cliente e il venditore hanno un rapporto diretto. Nella Gdo, al contrario, tutto sta diventando spersonalizzato. Basti pensare allo spopolamento delle casse che sempre più spesso si trasformano in self service e automatiche. Bofrost vuole essere relazione, non anonimato. Il nostro motto è “sorrisi a domicilio”.



Obiettivi 2015?
Cogliere ulteriormente le esigenze di un mercato che cambia e soddisfare tutti i tipi di clienti, anche i vegani, i vegetariani e quelli che hanno particolari esigenze di alimentazione. Puntiamo inoltre a offrire sempre più piatti regionali, poiché pensiamo che la cucina regionale italiana abbia una forza e un potenziale di espansione enormi, non solo in Italia ma anche all’estero. Quello che vogliamo fare noi di Bofrost Italia è permettere che i nostri prodotti sbarchino anche nelle altre realtà di Bofrost oltreconfine.



Stefania Lorusso