Ormai scartata l'offerta di Investindustrial di Andrea Bonomi, in un primo tempo data come favorita, a mettere la propria bandiera su The Body Shop è, come da programma, la brasiliana Natura Cosméticos. La catena britannica, con più du 3.000 punti di vendita (1.900 in franchising), pioniere nella cosmesi naturale ed etica (nessun test sugli animali), era stata rilevata nel 2006 da L’Oréal per l’equivalente di 1 miliardo di euro.

Il 27 giugno la multinazionale francese ha accettato l’offerta vincolante presentata all’inizio del mese da Natura, che ha sborsato una somma molto consistente, dato che l’enterprise value di The Body Shop è di 1 miliardo di euro.

Attiva in oltre 60 Paesi, fra i quali i maggiori mercati europei, gli Usa, il Canada, il Messico e Singapore, l’insegna inglese opera anche nella nostra Penisola attraverso terze parti e con 5 monomarca: a Lecce, Milano, Udine e Roma, dove ha 2 boutique.

Fondata nel 1976 da Anita Roddick a Brighton, The Body Shop, molto vivace anche online, ha chiuso il 2016 con vendite pari a 1,5 miliardi di euro e un giro d’affari consolidato di 921 milioni.

Negli ultimi anni il marchio ha dovuto registrare un calo degli acquisti e un accumularsi delle perdite e, nello scorso esercizio, il fatturato ha ceduto ancora il 4,8%, un calo dovuto soprattutto all’affacciarsi di altri competitor, internazionali e locali, nel segmento del make-up ecosostenibile.

Il gruppo Natura ha archiviato, nel 2016, un giro d’affari di 2,17 miliardi di euro, che saliranno a 3,1 con l’integrazione dell’acquisita. Vanta più di una trentina di linee che coprono i bisogni di tutta la famiglia e ha, anch’essa, forti regole di sostenibilità ecologica e ambientale. Lavora in 7 Paesi dell’America Latina e in Francia.

Alla fine del 2016, fra l’altro, ha rilevato anche l’australiana Emeis Holding, nota per il marchio Aesop e presente in 20 nazioni.

Il closing della nuova transazione, vincolato al benestare dell’Antitrust brasiliana e statunitense, è atteso entro il 2017.