Forti oscillazioni nel livello dei prezzi di alimentari e bevande in Europa: il costo della nazione più cara è di due volte più elevato rispetto a quello del Paese più economico.

La Danimarca spicca con una forbice del +130% sulla media continentale (posta in base 100), seguita da Lussemburgo e Austria (entrambe al +125), Irlanda e Finlandia (+120% ciascuna) e Svezia (+117). All'estremo opposto Romania (66%), Polonia (69%), Bulgaria (76%), Lituania (82%), Repubblica Ceca (84%) e Ungheria (85%).

Ecco quanto emerge dai dati Eurostat su un paniere comparabile di 440 prodotti, compreso il tabacco, rilevati in 37 nazioni.

Per merceologia si osserva che il pane e i cereali variano dal 54% della Romania al 152% della Danimarca. La carne va dal 63% di Polonia e Romania al 146% dell’Austria. Latte, formaggio e uova sono compresi fra il 71% della Polonia il 136% di Cipro.

Per le bevande alcoliche il gap è ancora più netto: in Bulgaria e Romania si rileva un dato del 74%, in Ungheria del 77, mentre si arriva al livello massimo in Finlandia (182%), Irlanda (177%) e Svezia (152%).

Per quanto riguarda il tabacco la forbice si amplia ancora, dai minimo assoluto della Bulgaria (49%), ai massimi di Regno Unito (204) e Irlanda (201).

E l’Italia? E' cara, ma non certo proibitiva e, insieme a Germania, Francia e Grecia, si colloca fra Paesi allineati alla media, con un indice di 111. Da noi anche gli scostamenti tra un prodotto e l’altro si dimostrano tollerabili, anche se significativi: 118 il pane e cereali, 120 la carne, 115 latte, uova e formaggi, 100 gli alcolici e 88 il tabacco.

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