Il mercato mondiale del beauty e dal cura persona varrà circa 550 miliardi di euro nel 2020, con una crescita media annua del 5,8%, trainata dal segmento premium, che totalizza quasi il 34% del mercato (148 miliardi). Le evidenze sono emerse in occasione del 3° Pambianco Beauty Summit dove Erika Andreetta, consumer markets consulting leader di Pwc Italia, ha presentato l’analisi dei trend specifici del mondo della bellezza.

Nel 2018 lo skincare ha dominato il mercato mondiale, seguito dal cura capelli e dal make-up: rispettivamente 27%, 16% e 14% delle vendite totali. Inoltre quasi il 60% dei consumatori ha acquistato online prodotti per la salute e bellezza almeno una volta e l’e-commerce ha creato nuove aspettative e affinato le esigenze del pubblico.

Secondo il 10° ‘Global consumer insight survey’, condotto da Pwc su oltre 21.000 consumatori in 27 Paesi, i mercati del futuro, sono Stati Uniti, Cina, India ed Emirati Arabi. Gli Usa rappresentano il bacino più importante in valore assoluto, con 80 miliardi di euro nel 2018, che raggiungeranno i 92 miliardi nel 2022.

Un grande domani si prevede in Cina e India, dove si registra un tasso annuo di crescita, rispettivamente, dell’8%, per arrivare a 70,3 miliardi di euro (52 nel 2018), e dell’11% nel mercato indiano, che toccherà i 20 miliardi (13,2 nel 2018).

Gli Emirati Arabi saranno cruciali, non tanto per la crescita - raggiungeranno 2,2 miliardi nel 2022 contro una cifra attuale di 1,9 -, ma per le tendenze che detteranno. Le donne del Medio Oriente, infatti, sperimentano con i prodotti di bellezza molto di più di quanto non succeda altrove: a Dubai è un imperativo essere alla moda a qualsiasi ora del giorno.

Dal lato della domanda la sostenibilità è fondamentale e l’approccio naturale ed ecologico è diventato un’esigenza, specie per i Millennial. Complessivamente il 37% dei consumatori ricerca prodotti con packaging eco compatibili, il 41% evita il più possibile l’uso della plastica, il 42% pagherebbe di più per prodotti green, il 44% è attento all’origine e vuole sapere se il bene è stato prodotto eticamente.

Emergente è poi la premiumization. La fascia alta registra una crescita più rapida rispetto al mass market (+6,8% nel 2018 vs +5,3% del 2017). I giovani spendono infatti molto di più delle generazioni precedenti in make-up e skincare, privilegiando la qualità. Di conseguenza, aumenta il peso dei prodotti di alto livello: negli Emirati Arabi rappresentano oltre il 63% delle vendite (1,2 miliardi), in Cina più del 31%, con tassi di variazione superiori al 20% negli ultimi due anni.

Il terzo elemento è il digitale, che ha avuto un effetto dirompente. È in rapido aumento l’utilizzo della diagnostica intelligente, ovvero servizi e tecnologie che guidano gli acquisti: in un futuro non troppo lontano realtà aumentata e intelligenza artificiale metteranno a disposizione assistenti personali nella scelta.

E se i negozi rimangono un canale vitale – con l’80% del mercato -, il panorama distributivo del beauty sta cambiando. In particolare, le vendite online sono quasi raddoppiate dal 2013 al 2017 (da 17 miliardi a 33) e presentano un tasso di crescita superiore a quello registrato in store.

Dall’analisi di Pwc emerge che gli acquirenti dei grandi marketplace, come Amazon o Alibaba, toccano il 65% del campione, con picchi del 95% in Cina, grazie alle piattaforme JD/Tmall. E l'e-commerce si svilupperà ulteriormente con la diffusione di piattaforme social ‘ibride’ come nuovi canali di vendita.