Gruppo Lavazza ha siglato un accordo per l'acquisizione del settore caffè della multinazionale americana Mars, con quartier generale a McLean, in Virginia. Il closing dell’operazione è atteso entro la fine del 2018. Attraverso i sistemi Flavia e Klix (macchine per il vending), Mars è leader anche in questi due segmenti merceologici.

Prosegue così la crescita del gruppo torinese, dopo le operazioni Carte Noire ed Esp in Francia, Merrild in Danimarca, Kicking Horse Coffee in Canada, Nims in Italia e Blue Pod Coffee in Australia.

Commenta Antonio Baravalle, amministratore delegato di Lavazza. "Con questa operazione acquisiamo alcuni asset da un'azienda familiare con comunanza di valori, tra i quali il focus sulla qualità, la visione a medio-lungo termine e la forte attenzione alle risorse umane".

Aggiunge Grant F. Reid, ceo di Mars Inc: “Mars Drinks è stata per molti anni una parte importante della nostra attività e, nonostante sia sempre difficile lasciare marchi prestigiosi, crediamo che sia il momento giusto per un cambiamento. Siamo fiduciosi che questa decisione permetterà un successo a lungo termine per il business delle bevande, grazie a Lavazza”.

A seguito di questa operazione la multinazionale italiana, in linea con la propria strategia di rafforzamento internazionale, si aggiudicherà il ramo caffè di Mars in Nord America, Germania, Gran Bretagna, Francia, Canada e Giappone, nonché i relativi stabilimenti di produzione in Uk e Usa, potenziando la propria attività nel fuori casa.

L’intero ‘pacchetto’ ha generato, nel 2017, un giro d’affari intorno ai 350 milioni di dollari. L'acquisizione comprende, oltre alle macchine e ai sistemi, un vasto portafoglio di brand di caffè e di altre bevande.

Mars, attiva in oltre 80 Paesi ha un giro d’affari che supera i 35 miliardi di dollari. Detiene marchi del calibro di M&M's, Twix, Dove, Pedigree, Royal Canin, Whiskas Uncle Ben's, solo per citare quelli noti anche ai consumatori italiani.

Lavazza ha generato, nel 2017, un fatturato di 2 miliardi di euro, in crescita del 6,3 per cento. Attualmente il 63% dei suoi ricavi è da attribuire ai mercati esteri, con particolare riguardo ai Paesi europei e agli Stati Uniti.