Eataly, poco meno di 40 negozi in 12 nazioni mondiali, presenta il primo bilancio consolidato, che registra un fatturato di 465 milioni di euro (538 previsti nel 2018), in crescita del 20 per cento e un utile, simbolico, di 1 milione di euro.

Il gruppo ha recuperato ampiamente il rosso del 2016, anno che si era chiuso con un calo dei ricavi di 32 milioni e una perdita netta di 11. Molto bene anche per il margine operativo lordo, in robusta crescita fino a 25 milioni, con un obiettivo di 35 per l’anno in corso e di oltre 60 al 2020.

Più in dettaglio Eataly ha visto le proprie vendite salire di 7 punti sul mercato interno e, in modo molto più marcato, oltre confine: per esempio gli Usa hanno dato una fiammata del 48 per cento.

Anche il primo quarter del 2018 conferma lo stato di salute, facendo segnare un +19,6% a cambi costanti e un +24,7% a valori correnti.

L’obiettivo di fatturato è di oltre 700 milioni di ricavi entro la fine del 2020, grazie soprattutto a un robusto piano di nuove aperture, a nuove alleanze, ma anche attaverso l'entrata in Borsa, confermato per il 2019.

Il focus è ancora su Stati Uniti e Paesi europei, ma anche sulla Cina, dove sono in corso trattative con un possibile partner, per arrivare, già in estate, a una società mista, o a un ingresso diretto dell’alleato nel capitale. Anzi la Repubblica Popolare è destinata a diventare il terzo bacino di utenza dello specialista della tavola italiana. Del resto, almeno sul lato Internet, si parla anche di un'alleanza con Alibaba.

“Al momento Eataly – riferisce Reuters - è controllata dalla famiglia Farinetti con circa il 60%, mentre Tip-Tamburi investment partners (mediante il veicolo ClubItaly) ha poco meno del 20% e circa altrettanto è in mano alla società Carlo Alberto, che fa capo a Luca Baffigo ed Elisa Miroglio”.

In febbraio la catena è sbarcata in Svezia, a Stoccolma, con una grande superficie di 3.000 mq in Biblioteksgatan, mentre a novembre 2017 ha raggiunto Los Angeles, con un megastore di 6.000 mq su 3 livelli.

In programma ci sono ora le inaugurazioni di Parigi - grazie all’alleanza con Galeries Lafayette - e di Las Vegas, ma anche di Verona e Toronto. Nel mirino tornano gli Emirati, dove Eataly è già presente a Dubai (2 punti vendita) e in Qatar, a Doha. In Arabia saudita, invece, il gruppo è attivo a Riyad.

Altro fatto rilevante è la stipula del contratto d’affitto per il primo punto vendita britannico, a Londra. In apertura nel 2020 il negozio occuperà circa 3.900 mq al primo piano di Broadgate, un’enorme ‘arena’ che alligna 130.000 mq di cibo, shopping e fitness.

Avanzando nel futuro, riporta ancora Reuters, si prevedono opening negli States - a San Francisco, Washington, Miami - e in Europa, a Lisbona e Madrid.

Quanto a Fico Eataly World di Bologna il presidente esecutivo, Andrea Guerra, pronostica un fatturato intorno ai 50 milioni nei primi 12 mesi, cioè entro novembre 2018.