Teddy, che opera nell’abbigliamento fast fashion con i marchi Terranova, Rinascimento, Calliope e Miss Miss abbracciando oltre 40 Paesi con i propri monomarca e attraverso il canale ingrosso, ha registrato una serie di importanti sviluppi nel 2016, tanto che prevede, per il 2019, di toccare 900 milioni di ricavi.

I risultati conseguiti confermano il posizionamento del gruppo tra i leader europei del pronto moda in termini di volumi di vendita, redditività (con utili da reinvestire) e capacità di espansione della rete.

Nel 2016 i ricavi netti consolidati si attestano a 622,2 milioni, registrando una crescita del 10,4% rispetto al 2015 (563,9 milioni). Il 52,6% del fatturato consolidato è stato realizzato sui mercati esteri.

Prendendo in considerazione il margine lordo nei punti vendita dei clienti, il valore a prezzi retail (Iva compresa) delle vendite dei prodotti nel mondo può essere stimato pari a 1,104 miliardi.

A contribuire a questo trend di incremento sono stati sia il mercato nazionale che quello internazionale sui quali Teddy opera, come detto, attraverso due divisioni: retail (Terranova e Calliope) e wholesale (Rinascimento e Miss Miss), canale che conta 9.000 clienti multimarca.

L’azienda riminese – 2.555 addetti totali - crede molto nel nostro Paese, tanto da avere pianificato in Italia oltre il 50% delle oltre 200 nuove aperture del 2016-2017.

Per quanto riguarda la divisione ingrosso il 2016 è stato un altro anno record, sia in termini di fatturato che di bottom line, con la prosecuzione della strategia di potenziamento dei monomarca Rinascimento che alla fine dell'anno sono saliti a 36 (+24,1% sul 2015).

Nel canale dettaglio è continuata la strategia di ottimizzazione rete, chiudendo i negozi di piccole dimensioni e/o non performanti e, dunque, permettendo di migliorare l'incasso medio.

Il totale dei negozi Terranova e Calliope a fine 2016, estero compreso, è (a fine dicembre 2016) di 600 unità.

Significativa, infine, la performance del Margine operativo lordo consolidato adjusted (considerando cioè l'effetto dei cambi di valuta) che nel 2016 ammonta a 95,9 milioni, in crescita del 15,8% sul 2015.