Come si chiuderà il 2016 per gruppo VèGè?
Gruppo VéGé si avvia a far segnare, per il terzo anno consecutivo, una crescita a doppia cifra nel fatturato in termini correnti. Dopo aver chiuso il bilancio di esercizio 2015 con un +14,3% rispetto al 2014 infatti, conta di confermare le proiezioni sul risultato al 31 dicembre 2016, attestate intorno ai 5,5 miliardi di euro confermando un’ulteriore crescita a doppia cifra (+66,6%). Tra il 2015 e il 2016, inoltre, l'insegna ha più che raddoppiato la propria quota di mercato, passata da 1,6 a 3,7% (fonte: Nielsen GNLC). Tale tasso di crescita, decisamente superiore rispetto alla media del mercato, rispecchia il processo di espansione del network nazionale, rafforzatosi notevolmente nel corso del 2016. Dal primo gennaio 2017 inoltre, sono entrate a far parte dell’universo VéGé le imprese Nocera Bros Srl, Due Più S.c.a.r.l. e Si.D.I. Piccolo Srl ed il consorzio In.Prof.

Quali risultati avete ottenuto, invece, dai vostri prodotti a marchio?
In generale è ancora facile per noi registrare una crescita, sia per l’ampliamento della numerica di prodotti che della compagine dei Soci, sia per la “manutenzione” della nostra offerta grazie al cambio packaging su tutto l’assortimento.
Il passaggio al nuovo logo VéGé infatti, oltre a identificare il prodotto con il Gruppo stesso, è un’occasione da cogliere in termini di aggiornamento dell’assortimento, delle ricette/formule, e dei copacker.

Quanto pesa la private label sul vostro fatturato?
Il prodotto a Marca del Distributore, all’interno della compagine, è ancora in fase… adolescenziale, essendo nato, nella versione attuale e finale, solo 3 anni fa. Ciononostante abbiamo raggiunto una quota del 4,8%, in continua e repentina crescita.

Quanti prodotti a private label che offrite ai consumatori e quali sono le principali linee del vostro assortimento a marchio d’insegna?
L’assortimento VéGé prevede un’offerta segmentata, che si basa attualmente su 612 prodotti: oltre ai prodotti “mainstream” presidiamo l’area “benessere/salutistica”, quella “biologica” e il “premium” con il brand Tipicamente Italiano.
La proposta vuole essere in grado di soddisfare i bisogni del Consumatore, di veicolare convenienza, di fornire “cibo sano” ma anche di suggerire le tipicità locali che spesso la DO, grazie al suo presidio del territorio, è capace di scoprire e valorizzare prima di altri.

Quali sono state le categorie merceologiche maggiormente performanti?
In generale lo sono le categorie che prima di altre hanno visto la disponibilità dell’offerta della MDD del Gruppo, in quanto il cambiamento delle abitudini di acquisto non è un processo che si può modificare in tempi brevi. Dove abbiamo raggiunto questo primo obiettivo, attraverso un mix di comunicazione e pressione promozionale, i risultati premiano la qualità scelta per i nostri prodotti che fidelizza il consumatore ed il successivo impegno di molte strutture del Gruppo ad abbassare i prezzi su prodotti PL di categorie “mature” mantenendoli stabili è il punto di arrivo di una strategia che vuole raggiungere la leadership della marca del distributore sulle merceologie che hanno dimostrano questa possibilità.
Dal punto di vista merceologico, oltre quanto i dati confermano in crescita trasversalmente un po’ per tutti i retailer (biologico e benessere) abbiamo registrato ottime performance anche sulla nostra offerta PL nella categoria Petfood e Petcare complice una stretta collaborazione con i copacker e con interlocutori esperti su questo mercato.

Le catene puntano soprattutto sull’ampliamento e sulla diversificazione dell’offerta di prodotti a marchio: quali sono state le vostre ultime novità in questo senso?
Siamo in linea con il mood del mercato. La nostra volontà non è tanto quella di stimolare il mainstream, ma di cavalcare le nicchie nei settori di consumo e stili di vita emergenti. Tra tutti questi, l’enfasi verrà posta sul prodotto tipico locale, che nelle regioni in area nielsen 4 trova il massimo della rispondenza.

Come vi muoverete nel 2017? Sono previsti lanci di nuovi prodotti, l’ingresso in nuovi comparti o il restyling di alcune linee a private label?
Assolutamente si: gran parte del lavoro verrà dedicato alla definitiva evoluzione in VéGé di tutti i nostri prodotti. La valenza della MDD endorsement, così come lo abbiamo chiamato, sarà formidabile. Ogni nostra impresa, infatti, pur mantenendo l’equity della propria insegna, darà valore a VéGé con la trattazione di tutti i prodotti a marca del distributore VéGé.

Sul fronte delle strategie comunicative, come vi state muovendo per valorizzare tra i consumatori il vostro assortimento di prodotti a marchio?
Come anticipato, il 2017 è l’anno in cui la nostra MDD raggiungerà la maturità di una Marca del Distributore, con l’obiettivo di trasferire sul prodotto la storia e i valori del nostro Gruppo, gli stessi che hanno guidato l’incessante crescita degli ultimi anni.
Il brand diventerà infatti esclusivamente VéGé, con la medesima veste grafica di quanto affiancherà le insegne dei punti vendita del Gruppo e che battezzerà ogni iniziativa rivolta al consumatore.
E’ una grande opportunità e anche una responsabilità perché il prodotto stesso “parlerà” del Gruppo senza più il “filtro” di un marchio fantasia.

Perché è sempre più importante, per la catena distributive, puntare sulla private label?
I retailers non debbono puntare solo sulla crescita a volume o valore della Marca del Distributore mainstream. L’importanza della MDD deriva dalla capacità di dimostrare al cliente finale che il nostro prodotto ha assunto ormai ineluttabilmente e definitivamente il ruolo e posizionamento di vera Marca. Una vera marca è capitano di categoria, è pioniere di innovazione. I copacker debbono seguirci in questa direzione: insieme possiamo infatti raggiungere quote ad alta marginalità in settori ancora inespressi.