L’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere e InfoCamere ha rilevato che le imprese straniere guidate da donne rappresenta il 10,7% delle quasi 1 milione 335mila aziende rosa in Italia.

In un anno le realtà imprenditoriali femminili straniere sono aumentate del +3,7%, portando a quota 143mila il numero di queste imprese registrate a giugno 2018.

La gran parte di queste iniziative ha meno di dieci anni di vita: dal 2010 in poi sono nate oltre 98mila aziende quasi il 70% del totale. Si registra un'elevata presenza di under 35 che sono al comando del 19,4% delle imprese femminili straniere (contro l’11,9% delle aziende totali guidate da donne). A essere più intraprendenti sono soprattutto le cinesi, le rumene e le marocchine che insieme pesano il 41% sul tessuto imprenditoriale femminile straniero.

Sanità e assistenza sociale (62,6%), servizi alla persona (57,3%) e istruzione (50,9%) sono le attività dove le capitane d’impresa immigrate incidono maggiormente nel tessuto imprenditoriale straniero. Ma in termini assoluti, il commercio resta di gran lunga il settore con la presenza più consistente di aziende femminili straniere (33,6%), seguito da servizi di alloggio e ristorazione (12,4%) e manifatturiero (11%).

Lombardia, Lazio e Toscana sono le regioni con il numero più elevato di iniziative femminili straniere in Italia: oltre 57.000 imprese ovvero il 40% di quelle complessivamente fondate da imprenditrici immigrate.

Se si considera, invece, l’incidenza delle aziende straniere femminili sul totale delle imprese straniere la classifica regionale vede in testa il Molise 35,8%, seguita dalla Basilicata 35,2% e dall’Abruzzo 31,5%.