Ancora una volta, l’export dei vini italiani è salvato dagli spumanti. Un preciso segnale che consentirebbe di raggiungere i 5,5 mld/euro a fine anno e quindi il vino italiano conferma quel trend di crescita e positivo per l’incremento del fatturato export previsto dall’agroalimentare italiano.

Anche se analizzando i canali di distribuzione e i Paesi consumatori, i dati migliori e più significativi provengono solo da 4-6 Paesi tradizionali acquirenti del nostro vino. Mentre in un’ottica globale, bisognerebbe trovare gli strumenti per una penetrazione più estesa. L’export del vino francese, per esempio, è distribuito in 14 Paesi.

Solo il Prosecco Spumante Dop continua inarrestabile la sua corsa al rialzo in tutta la filiera. Prezzo delle uve alle stelle, prenotazioni di vini base in anticipo, ordini continui dall’estero soprattutto Usa, Uk, Giappone e … Francia. In Francia sono le prime bollicine DOC al mondo importate. Per l’Italia, il mercato francese è al sesto posto nell’ordine. il Prosecco fa meglio in Francia che lo Champagne in Italia.

L’export del Prosecco Spumante cresce in volumi del 12% con un totale di 124 mln di bottiglie, un record assoluto riferito per il primo semestre dell’anno notoriamente inferiore al secondo semestre con un valore totale ancor più lanciato a +18% sfiorando da solo il mezzo miliardo di euro, favorito da un trend omogeneo fra prezzi all’origine e al consumo in quasi tutti i paesi. Il Prosecco dop veleggia su incrementi di volume del 16-18% in UK e Francia, ma stabili in Europa e del 2-4% in Usa e Giappone. Ottimi gli incrementi di spedizioni-esportazioni in Canada, Paesi Bassi e Austria dovuto soprattutto a un aumento del numero di importatori importanti.