Un campione di 46 industrie di marca – 35 dell’alimentare e 11 del non-food - alla prova delle fake news: questo il contenuto dell’indagine che il Centro Studi di Centromarca presenterà l’11 giugno all’Agcom.

In 15 casi l’oggetto delle fake sono il brand e il prodotto, in altri 5 brand, prodotto e azienda e in 2 solo l’azienda.

La rilevazione, effettuata a marzo 2018, individua anche le piattaforme maggiormente a rischio: in vetta Facebook (13 casi) che distacca largamente tutte gli altri siti e social. Per esempio il web e i blog, secondi, registrano, nel campione indagato, 6 casi.

Fra le tipologie di supporto alla crisi l’Idm utilizza anche il digitale stesso, in 9 casi, ma per lo più (10 casi) tende a fare uso di altri strumenti. Sono preferiti di gran lunga i consulenti specializzati (13), mentre tutte le altre tipologie, dal ricorso alla polizia postale, alle concessionarie di pubblicità, registrano quote davvero basse.

Le richieste che Centromarca porterà davanti all’Authority per una gestione più efficace del grave problema riguarderanno anche gli enti pubblici che hanno il compito di vigilare sul problema: posizione chiara ed efficace dell'Autorità Sanitaria; supporto attivo di Agcom; più efficace intervento della Polizia Postale (come per siti che violano il copyright).

Dal punto di visto della azioni guidate dalle imprese saranno poi importanti l’informazione preventiva del consumatore, lo sviluppo di procedure codificate per la gestione della crisi, il monitoraggio costante in tempo reale di contenuti pubblicati riguardanti l'azienda, la comunicazione istituzionale, le sinergie con le agenzie di comunicazione e pr e con gli esperti del mondo digitale.