Coop, in collaborazione con Mipaaf, presenta a Roma, giovedì 27 aprile la nuova campagna “Alleviamo la salute”. Si tratta, spiega il leader della Gdo, di “una vera e propria rivoluzione nella gestione dell'allevamento degli animali da reddito che parte dall’impegno di sempre di Coop rivolto alla tutela della salute delle persone e al benessere animale. Coinvolti nell’operazione sono oltre 1.600 allevamenti avicoli, bovini e suini”.

Secondo quanto anticipato dal ‘Sole-24 Ore’ scompariranno così dai lineari di tutti i punti vendita del gruppo quei prodotti di origine animale, come carne, pollame, uova, che potrebbero contenere antibiotici. La novità consiste proprio in questo: nell’eliminare quegli elementi che possono diventare nocivi o comunque, alla lunga, pericolosi, adottando buone pratiche zootecniche che si rifletteranno in modo positivo su tutta la filiera.

Se i particolari si conosceranno a fondo solo in occasione dell’evento di giovedì, Coop dimostra di voler bandire – in Italia e nel mondo - le uova ottenute da allevamenti in gabbia, che oltre ad essere meno sane, comportano pratiche a dir poco disumane sugli animali.

Del resto gli annunci dell’Oms sulle carni rosse - discutibili fin che si vuole - hanno comunque lasciato il segno e i consumi di manzo e vitellone hanno perso, lo scorso anno, secondo Unaitalia, il 5,5 per cento, una flessione solo in parte compensata dalle carni bianche e, in particolare da quelle avicole.

Più favorevoli, invece, i dati delle uova: lo scorso anno gli italiani ne hanno mangiate 215 a testa. “Nel 2016 – ha spiegato Aldo Muraro, presidente di Unaitalia – si è tornati nuovamente ai volumi prodotti prima del 2012 (anno di applicazione delle nuove norme sul benessere) con un ulteriore avvicinamento all’autosufficienza. Per il 2017 si prevede un ulteriore aumento delle produzioni e probabilmente anche dei consumi”.