L’e-commerce B2C continua a crescere anche nel 2016: il valore degli acquisti online degli italiani fa segnare un +18% per un giro d’affari che sfiora i 20 miliardi di euro, tra prodotti (9 miliardi) e servizi (10,6 miliardi). Il turismo si conferma il primo settore con una quota del 44% e una crescita del 10%. Seguono l’elettronica di consumo, che vale il 15% e cresce del 28%, e l’abbigliamento, che vale il 10% e cresce del 27%.

Si rivela sempre più importante il contributo dei comparti emergenti (food & grocery, arredamento e home living, beauty, giocattoli), che insieme valgono oltre 1,5 miliardi di euro e salgono con tassi fra il 30 e il 50 per cento.

Questo lo scenario del mercato del commercio elettronico presentato dall’Osservatorio e-commerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, durante il convegno “eCommerce B2c in Italia: esame di maturità per l'offerta”.

“La penetrazione dell’e-commerce sul totale acquisti retail sale al 5%. Questo risultato ci soddisfa parzialmente, poiché anche nel 2016 non riusciamo a recuperare terreno rispetto ai principali mercati stranieri comparabili al nostro (Gran Bretagna, Francia e Germania), dove l’e-commerce raggiunge penetrazioni da due a quattro volte superiori - precisa Alessandro Perego, direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Polimi -. In questo scenario, l’offerta è chiamata a un esame di maturità. Servono capacità di investimento e di innovazione per rendere sempre più semplice e appagante l’esperienza di acquisto, pazienza (intesa come consapevolezza di non poter essere profittevoli da subito), e coraggio (ossia credere con determinazione di potercela fare)”.

Il 2016 è stato comunque l’anno più importante per il commercio elettronico, durante il quale si sono affermati nuovi modelli di business guidati dal concetto del cross. Cross border, cross canalità e cross device: sono questi i nuovi termini del canale on line, spiega Roberto Liscia, presidente Netcomm. “Gli acquirenti – continua Liscia - comprano da siti italiani e stranieri, confrontano i prodotti sia nel canale fisico che in quello digitale e lo fanno attraverso smartphone e PC”.