È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 7 ottobre 2017, n. 235, il decreto che reintroduce l'obbligo di indicare lo stabilimento di produzione o confezionamento in etichetta.

Già approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri del 15 settembre, il decreto prevede ora un periodo transitorio di 6 mesi per lo smaltimento delle etichette già stampate, e fino a esaurimento dei prodotti etichettati prima dell'entrata in vigore, ma già immessi in commercio.

L'obbligo era già sancito dalla legge italiana, ma è stato abrogato in seguito al riordino della normativa europea in materia di etichettatura alimentare. L'Italia ne ha stabilito la reintroduzione per garantire, oltre che una corretta e completa informazione al consumatore, una migliore e immediata rintracciabilità degli alimenti da parte degli organi di controllo e, di conseguenza, una più efficace tutela della salute. La competenza per il controllo del rispetto della norma e l'applicazione delle eventuali sanzioni sono in capo all'Ispettorato repressione frodi (Icqrf).

Il Ministro Maurizio Martina, al momento del via libera del Cdm, ha commentato: "È un impegno mantenuto – sia nei confronti dei consumatori, sia delle moltissime aziende che hanno chiesto di ripristinare questo obbligo. Negli ultimi mesi, infatti, sono state tante le imprese che hanno continuato a dare ai cittadini questa importante informazione”.

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