La battaglia antispreco comincia anche fuori casa. Così Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi, lancia il Manifesto per una ristorazione sostenibile. Il documento consiglia, fra l’altro, agli operatori di acquistare materie prime di qualità al giusto prezzo, valorizzare e formare il personale, incentivare i clienti a portare via quanto non viene consumato. Tuttavia è fondamentale che questo impegno di civiltà non riguardi solo i professionisti, ma tutti i cittadini all'opera nelle proprie cucine e, prima ancora, nel fare la spesa. Proprio per questo Fipe si è impegnata nella promozione e nella diffusione di un secondo testo, rivolto alle famiglie: un vero e proprio decalogo per sensibilizzare le persone ed educarle al riuso domestico.

I due documenti arrivano a 3 anni dall’entrata in vigore della legge 166 contro lo spreco: “In questo periodo sono stati raggiunti importanti risultati in termini di gestione e recupero delle eccedenze lungo la filiera agroalimentare, grazie a una semplificazione delle procedure, ma anche per una migliorata attenzione al tema, che ha beneficiato dell’eredità di Expo Milano 2015, che proprio dell’alimentazione aveva dedicato la manifestazione, con un titolo -Nutrire il Pianeta, energia per la vita - esplicito negli obiettivi - commenta Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe -. È importante però insistere e continuare a lavorare per valorizzare sempre di più i modelli di ristorazione che riducano gli sprechi, attraverso una sostenibilità che sia prima di tutto di sistema. Il nostro, infatti, è un settore più di altri interessato dal problema, da contrastare e correggere per tutelare l’ambiente, per consentire un giusto utilizzo delle materie prime, che non sono illimitate, insegnare corretti comportamenti e contrastare le diseguaglianze che portano alla fame, o alla malnutrizione, di ancora troppi abitanti del pianeta”.

“La legge “antisprechi” ha funzionato bene perché fornisce strumenti operativi, procedure semplificate e una fiscalità agevolata. Per questo si è esteso il modello, oltre a cibo e farmaci, anche ad altri prodotti importanti per le famiglie come quelli per l’igiene, o la cartoleria. L’ultima novità è l’aggiunta dei libri – chiosa Maria Chiara Gadda, deputata e principale artefice e promotrice della norma -. Le regole scritte dal legislatore vanno fatte conoscere di più, perché recuperare le eccedenze significa consegnare nuova vita ai prodotti, che si caricano del valore nella solidarietà”.

Fipe ha anche rilanciato uno degli ultimi progetti sullo spreco alimentare nei pubblici esercizi: il Rimpiattino. È un programma realizzato in collaborazione con Comieco, per rendere più familiare al pubblico italiano la Doggy Bag, sdoganandone l’utilizzo e, anzi, promuovendola sul territorio, consentendo il recupero dei residui di cibo in una delle fasi dove il fenomeno è più intenso, quello del consumo finale.