Sulla notizia, già di per sé brutta, si è innestato anche il cedimento del progetto di una società mista in Brasile con la compagnia locale Cdb, che avrebbe dovuto comportare la creazione di un colosso distributivo con una quota di mercato stimata nel 30%. Il problema è che la stessa Cdb, tramite una complessa architettura societaria fa capo, per una parte del pacchetto azionario, al concorrente Casino, il quale si è ovviamente opposto.
Ora Carrefour, per recuperare una situazione problematica, sta lavorando ancora più alacremente al piano di ristrutturazione varato due anni or sono e, per calibrare le perdite messe a segno in Patria (-35%) e su altri mercati della Vecchia Europa, scommette con ancora maggiore decisione sui Paesi Emergenti. E in effetti il piano brasiliano rientrava proprio in quest’ottica.
In realtà l’operazione con Cdb ha contorni ancora incerti, in quanto una parte dell’azionariato, in particolare la famiglia Diniz, si è schierato con Carrefour. Sarebbero anche in corso trattative con Casino.
Oggi Carrefour conta 9.500 punti di vendita in un totale di 32 nazioni.