Se da sempre il taccheggio è una problematica che desta una forte attenzione da parte della Gdo, è nei negozi e nelle botteghe artigianali che la fantasia dei ladri si scatena davvero. A dirlo è l’Ufficio Studi di Cgia Mestre, che rileva – sulla base dei dati del Ministero dell’Interno e dell’Istat - come le piccole attività commerciali rappresentino il 10% del totale delle denunce all’Autorità giudiziaria, con una tendenza di fortissima crescita. Negli ultimi 10 anni sono aumentati, infatti, del 170 per cento.

Nel 2014, ultimo anno per il quale sono disponibili le statistiche, le denunce hanno sfiorato le 106.500 unità: tra furti e ‘spaccate’ è stato calcolato che si sono verificati mediamente 292 reati di questo tipo al giorno; 12 ogni ora, praticamente uno ogni 5 minuti. E non è da escludere che negli ultimi 20 mesi la situazione sia peggiorata ulteriormente.

Se nel 2004 il numero di furti presso le attività commerciali/artigianali è stato di poco superiore alle 39.300 unità, nel 2007 ha toccato il picco massimo: 107.465.

“L’impiego sempre più massiccio dei sistemi di videosorveglianza, delle inferriate, delle porte blindate, degli impianti antifurto e il ricorso agli istituti di vigilanza hanno trasformato moltissime attività in piccoli bunker – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi di Cgia, Paolo Zabeo –. Nonostante ciò, le statistiche ci dicono che le attività di prevenzione e di contrasto non sono riuscite a scoraggiare i malintenzionati. Anzi”.

E malgrado l’insostituibile azione di prevenzione/contrasto condotta sul territorio dalle forze dell’ordine il 77,3 per cento dei furti nei negozi rimane impunito. Vuol dire che nel corso dell’anno solo nel 22,7 per cento dei casi denunciati, i responsabili vengono consegnati all’Autorità giudiziaria.

I territori che presentano le situazioni più preoccupanti sono la Basilicata (81,4 per cento di delitti dove non si è scoperto l’autore), le Marche (81,7 per cento), la Puglia (82,6 per cento) e la Campania (85,9 per cento).