L'e-commerce italiano mantiene le promesse: crescere anche nel 2018. A fine anno il valore degli acquisti arriverà a 27 miliardi, in rialzo del 15% rispetto al 2017.

La vendita online di prodotti, secondo quanto emerso durante l’ultimo Netcomm Forum, guadagnerà terreno, con un balzo di quattro volte superiore ai servizi, mentre il ruolo dello smartphone è, già oggi, centrale. Un terzo della spesa sarà, in tempi brevissimi, effettuato con il cellulare, che, per alcuni merchant, supera già i due terzi del fatturato, relegando gli altri device in una posizione subalterna.

"I modelli di business e i processi di vendita sono all’inizio di una nuova era del retail e dell'economia globale - commenta Roberto Liscia, presidente di Netcomm, il consorzio italiano dell’e-commerce -. Siamo nel mezzo di uno tsunami tecnologico, che cambia e accelera il quadro competitivo. L'omnicanalità è diventata il centro della strategia per gran parte delle imprese, a prescindere dal settore e dalla tipologia di prodotto. Collegare e integrare il web con il mondo fisico è prioritario per la distribuzione, ma anche per gli intermediari della filiera e per le aziende produttrici, che devono far fronte a una nuova tipologia di consumatore, sempre connesso. I dati 2018 ci rivelano che il digitale è entrato nella sua fase di rivoluzione, con impatti importanti sullo scenario di mercato e sugli assetti competitivi".

Le previsioni per il 2018 sottolineano che le vendite saranno trainate dai comparti ormai storici: prodotti informatici ed elettronica (+18%) con 4,6 miliardi di euro, abbigliamento (+21%), da 2,4 miliardi a circa 3 miliardi nel 2018, editoria, +25% e 1 miliardo di euro.

I settori emergenti segneranno, ovviamente, performance ancora maggiori: il food & grocery (+34%) passa da 0,83 miliardi a 1,1, il beauty (+29%) si attesta sui 430 milioni, l’arredamento e home living (+44%) salgono a 1,26 miliardi, mentre auto e ricambi (+26%) sfiorano i 610 milioni.

La crescita dell’online ha, come conseguenza, un’ulteriore amplificazione dello spostamento sul digitale: se nel 2017, si rilevava un'incidenza del 5,6% sul totale retail, nel 2018 ci si aspetta un 6,5 di quota.

Il peso dei negozi fisici rimane comunque, per i prodotti, di assoluta maggioranza, oltre il 90%, ma i processi in atto dovranno comunque portare le aziende a ripensare le proprie strategie in un’ottica di omnicanalità.

"Nel 2018 l'e-commerce incide ormai in modo rilevante sulla spesa dagli italiani - dallo 0,7% dell'alimentare al 25% dell'informatica ed elettronica, al 32% di turismo e trasporti - ed è quindi un canale sempre più importante, in sé e nella sua componente di interazione con le altre modalità distributive. La progressione corrisponde anche a un più maturo assetto dell'offerta, testimoniato dallo sviluppo online di nuovi settori– food, grocery, giocattoli, automotive - e dal radicamento fisico nel nostro Paese di diversi operatori internazionali con proprie strutture commerciali e logistiche – nota Alessandro Perego, responsabile scientifico degli Osservatori digital innovation del Politecnico di Milano -. Rimane tuttavia la netta impressione che una parte importante delle imprese tradizionali non abbia ancora compreso la rilevanza della posta in gioco, come dimostra il fatto che il 78% del mercato dei prodotti è appannaggio dei pure player. La logistica, in particolare quella dell’ultimo miglio, spicca sempre più come un fattore di successo e come un importante tema di complessiva sostenibilità dell'e-commerce, con oltre 230 milioni di consegne in Italia previste nel 2018, ossia quasi 1 milione al giorno".

Per i tre quarti dei consumatori ampiezza e qualità dei servizi di consegna e di gestione del reso sono cruciali nelle scelte della piattaforma di acquisto. I servizi attuali soddisfano quasi la totalità (98,2%) degli utenti, ma le sfide del futuro riguardano lo sviluppo ulteriore dei servizi di prossimità e l'accrescimento della velocità di recapito, magari tramite droni e robot.

Anche le fonti di ispirazione per gli acquisti stanno cambiando e gli anticipatori di questa trasformazione sono, in Italia come altrove, i millennial: un pubblico connotato da una robusta familiarità con la tecnologia e che utilizza dispositivi mobili per soddisfare tutte le proprie esigenze, trovando stimoli e spunti utili sui social network, nonché nelle webzine e nelle App.