Nonostante la debolezza dei consumi, nel 2018 le aziende del mondo Federdistribuzione, il più significativo organismo di categoria, hanno assunto 23.600 persone, di cui il 54% per nuove posizioni e il restante per sostituzioni. Lo dice uno studio realizzato da Pwc.

Le imprese, pur avendo visto la propria marginalità calare dal 3,8% del 2016 al 2,2% dello scorso anno e il costo del lavoro salire parallelamente da un indice 100 a uno di 143, sono riuscite a generare una leggera crescita dell’occupazione sul 2017.

Soprattutto si tratta di buona occupazione: l’89% degli addetti ha un contratto a tempo indeterminato. La quota era pari, nel 2006, all’85%, mentre l’attuale suddivisione è la seguente: 89%, appunto, tempo indeterminato, 7% determinato, 4% apprendistato, stage e altre forme di lavoro a termine.

La maggior parte dei lavoratori (53%) presta la propria opera full time, mentre il part time incide per il 47%, con quote stabili nel lungo periodo.

Per giunta la Dmo offre lavoro a donne e giovani con percentuali superiori alle medie nazionali. Il dato dell’occupazione femminile è pari al 60%, mentre l’incidenza dei giovani sotto i 30 anni è del 17% e quella fra 30 e 50, del 61 per cento.

Crescono gli investimenti in formazione, indispensabili per strutturare le necessarie professionalità: negli ultimi 15 anni la spesa è quasi triplicata, con un picco vicino al 15% nel 2018 rispetto all'anno 2017. Il totale stanziato, secondo le stime della ricerca, arriva a 37,4 milioni di euro. La somma delle ore erogate è notevole e tocca quasi 2,5 milioni. Questo contribuisce allo sviluppo professionale, per il quale l’85% delle imprese ha un preciso programma.

Continua, anche, l'impegno finanziario delle aziende distributive, che nel 2018 hanno messo sul piatto 1,5 miliardi di euro per l'ammodernamento della rete e lo sviluppo dell'information technology, rispetto ai programmi finalizzati a nuove aperture e ampliamenti.

Ha spiegato in un’intervista ad Adnkronos/Labitalia, Francesco Quattrone, direttore area lavoro e relazioni sindacali di Federdistribuzione: “La gestione del lavoro nella Dmo, da cui emergono appunto i dati, rappresenta un fatto molto significativo, vista la crisi dei consumi che le nostre aziende hanno dovuto affrontare in questi lunghi anni e che hanno fatto diminuire la redditività".

"E non solo: oggi le nostre imprese – ha continuato Quattrone - devono fronteggiare la crescita dell'online e dei processi di digitalizzazione, che stanno entrando sempre più nel commercio. E, nonostante questo, gli operatori hanno dimostrato di guardare al futuro, confermando che la Dmo è il comparto più vitale all'interno del retail".

Secondo Quattrone il tempo indeterminato è una precisa scelta: "Nel nostro comparto, a differenza che nel resto del commercio, le aziende fanno grandi investimenti sul personale, che viene formato e in media resta in azienda 14-15 anni. Il tempo determinato, invece, è la porta d'ingresso".

La forte componente giovanile, continua, "è dovuta anche al fatto che le nostre imprese hanno bisogno di professionalità nuove, con l'avvento, per esempio, dei processi digitali e dei big data con cui fare i conti".

"E' uno sforzo enorme – conclude Quattrone – quello che fanno queste aziende, nonostante il calo di redditività ed è un'occasione importante per i dipendenti, vista la possibilità di crescita professionale che esiste nel settore: ci sono esempi di amministratori delegati che sono entrati dai gradini più bassi e hanno scalato l'intera scala gerarchica".

Su tutto questo gettano lunghe ombre le prospettive delle chiusure domenicali e di aumento dell’Iva. "Gli ultimi dati, diffusi dall'Istat sullo sviluppo del Paese (nonostante lo spunto positivo del mese di giugno, pari a 2 punti circa, ndr.) stanno delineando uno scenario preoccupante: Pil fermo, consumi deboli e produzione industriale in calo. Si prospetta – afferma il presidente di Federdistribuzione, Claudio Gradara - un 2019 di stagnazione, che ci allontana ulteriormente dagli altri Paesi. Servono quindi stimoli importanti in grado di rimettere in moto la macchina del Paese, evitando ogni forma di misura restrittiva, come l'aumento dell'Iva, che al contrario deprimerebbe ulteriormente il potere d'acquisto delle famiglie".

Per rispondere ai bisogni dei consumatori, garantendo indirettamente occupazione, permanente e, dato il periodo, soprattutto stagionale, la Federazione ripete, quest’anno il servizio estivo di segnalazione dei punti di vendita sempre aperti, con un focus particolare su Milano e Torino.

Spiega, di nuovo a Adnkronos/Labitalia, Claudio Gradara: “Assicurare negozi aperti tutto il mese di agosto vuol dire sostenere l’economia, offrendo un servizio anche ai turisti. Negli ultimi anni i punti vendita della distribuzione moderna sono diventati sempre più degli hub fornitori di servizi utili per i consumatori, che vi possono trovare servizi di estrema importanza, come i corner dedicati alla vendita dei farmaci, sia i cosiddetti da banco (otc), sia i prodotti senza obbligo di prescrizione (sop). A questi si possono aggiungere anche tutta una serie di servizi accessori come la spesa on-line, la vendita di ricariche telefoniche, la stampa delle foto, la sartoria, il pagamento di bollettini e, soprattutto nei negozi più grandi, contratti assicurativi, agenzia viaggio o vendita di carburanti”.