Raggiungere il maggior numero di consumatori e fornitori, informarli, sensibilizzarli e renderli consapevoli che ogni scelta responsabile è un passo che avvicina alla sostenibilità. E’ questo l’obiettivo perseguito il 22 maggio nei 12 punti vendita Coop coinvolti nel Cash Mob Etico nazionale dedicato al Goal 12 dell’Agenda 2030, in occasione della seconda edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile.

Il Cash Mob Etico è uno strumento di mobilitazione dal basso ideato e promosso da NeXt in tutta Italia. Si tratta di eventi (mob) spontanei e organizzati, che vedono protagoniste le reti e le imprese sostenibili di un territorio. L’evento nazionale del 22 maggio ha coinvolto circa 40 volontari e raccolto quasi 1000 questionari sottoposti ai consumatori - soci e non - dei supermercati Coop di Catania, Taranto, Roma, Chieti, Pesaro, Ravenna, Bologna, Ferrara, Parma, San Donà di Piave, Trieste e Mantova.
Scopo ultimo di questi “flash mob di acquisto”: promuovere buone pratiche produttive, informare i cittadini di un territorio sulla presenza di aziende etiche locali e coinvolgere la popolazione in un atto di acquisto responsabile, che “contagi” dal basso altre persone e altre realtà aziendali.
Per un’azione di questa portata mediatica e organizzativa, la partnership con Coop è stata vincente e fondamentale. La GDO - che racchiude negli ultimi anni reti di fornitori anche locali, su tutto il territorio nazionale - si conferma come volano importante per la sensibilizzazione agli acquisti responsabili e il supporto alle imprese nel proseguire l’attuazione di strategie di sostenibilità nei processi produttivi.

“Crediamo fortemente nell’importanza della sensibilizzazione e informazione corretta dei consumatori – dichiara Giovanni Pagano, coordinatore di macro-area Sud e Isole direzione politiche sociali e relazioni territoriali di Coop Alleanza 3.0 - per Coop è parte integrante della propria natura di impresa e organizzazione di persone, con oltre 8 milioni di soci. La scelta di aderire al Festival con un Cash Mob Etico in 12 punti vendita in tutta Italia è partita da questo. E i risultati sono oltremodo incoraggianti sia per la mobilitazione ottenuta, sia per i dati di vendita: + 15% sulle vendite delle stesse filiere lo stesso giorno del 2017 e una propensione dei consumatori all’effetto sostituzione. In pratica, quando informati, i consumatori scelgono un prodotto di filiera etico-sostenibile, rispetto allo stesso tipo di prodotto senza queste caratteristiche. Inoltre, i dati sui consumatori Coop sono ulteriormente incoraggianti: il 60% delle persone intervistate sono già nostri clienti e hanno risposto che spenderebbero circa un 10-15% in più, per prodotti di filiere controllate etico-sostenibili”.

Sono risultati che confermano il trend degli ultimi anni: il consumatore sta cambiando culturalmente e si affida alla GDO per ricevere informazioni trasparenti riguardo i prodotti che desidera acquistare. Così come è un’ottima dimostrazione della convenienza - non solo economica - per le imprese, di investire e implementare nel miglioramento continuo delle buone pratiche aziendali verso la sostenibilità.

“Dobbiamo uscire dalla logica del “piccolo è bello” - dichiara Luca Raffaele, direttore generale di NeXt - perchè il concetto è giusto, ma “il piccolo” da solo non può tirare avanti e non ha la stessa capacità informativa. Questo Cash Mob Etico ci ha dato l’opportunità di testare, in una sola giornata, diversi punti vendita; frequentati da diverse tipologie di consumatori; proponendo senza nessuna promozione o scontistica i prodotti a marchio Coop e di alcuni fornitori sostenibili dell’azienda. In fondo, proprio quei fornitori sono i “piccoli”, che collaborando in rete hanno potuto constatare l’efficacia delle proprie strategie di sostenibilità aziendale. In questo - conclude Raffaele - la GDO è un grande amplificatore culturale ed economico del nostro obiettivo: informazione al produttore e al consumatore per far coincidere la domanda e l’offerta, portando allo sviluppo economico territoriale, a più ampi diritti dei lavoratori e a una maggiore tutela dell’ambiente”.

Analizzando i dati raccolti nelle Coop, si nota subito una differenza tra i consumatori occasionali e i soci Coop. Nel secondo caso, le politiche di informazione e condivisione delle filiere dei supermercati negli ultimi anni, vede una rispondenza con un cambiamento culturale, un’educazione all’acquisto da parte dei suoi clienti/soci. Soltanto il 15% dei consumatori occasionali, invece, sceglierebbe un prodotto “virtuoso” se il suo prezzo fosse superiore allo stesso articolo prodotto in modo tradizionale o di sconosciuta provenienza o filiera.

A parità di prezzo - tra filiere di produzione virtuose e tradizionali - tra il 50 e il 60% dei consumatori occasionali (non soci Coop), acquisterebbero più volentieri prodotti responsabili, etici, locali. Inversione di tendenza per i soci Coop, che forse associano a un prezzo più alto, anche una garanzia di maggiore trasparenza sul prodotto.

La GDO, con le sue scelte di acquisto su grande scala, può aiutare le piccole e medie imprese a raggiungere alti standard di sostenibilità e abbattere i costi e l’ammortamento degli investimenti in strategie di produzione responsabili.
Inoltre, la giusta informazione e comunicazione delle filiere virtuose - investimento che spesso le piccole aziende non si possono permettere di affrontare - orienta chiaramente il consumatore verso prodotti sostenibili e incrementa la richiesta di prodotti più responsabili e sostenibili, innescando un cambiamento culturale e un processo di educazione alla responsabilità di consumo e produzione vitale per il raggiungimento degli obiettivi internazionali dell’Agenda 2030, proposti in Italia da ASviS - Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile.