Dopo anni di cali più o meno sostenuti o andamenti sostanzialmente piatti, anche per il settore del packaging sembra che la tendenza si sia finalmente invertita. Legato a doppio filo al mondo dei consumi domestici – caduti drasticamente dal 2007 a oggi fino a livelli che non si registravano dagli anni ‘90 del secolo scorso – quello degli imballaggi è un comparto che sembra oggi guardare al futuro con una diversa prospettiva, che parla di una ripresa anche se in termini ancora molto prudenziali.
I dati diffusi dal Conai, il Consorzio nazionale degli imballaggi, relativi al 2014, anche se non ancora definitivi, confermano questo trend e parlano di 11,5 tonnellate di immesso al consumo, con una crescita rispetto all’anno precedente di 1,8 punti percentuali. Per il 2015 si prevede un’ulteriore crescita, sempre attorno all’1,5%, per un totale che dovrebbe arrivare a fine anno a superare gli 11,7 milioni di tonnellate immesse.
Ad aiutare ulteriormente la lenta ripresa che sembra essere supportata dai primi dati ancora non definitivi, c’è anche il calo del prezzo delle materie prime e in particolare del petrolio. Una dinamica che ha sicuramente aiutato a far aumentare i margini di guadagno, dando al contempo una boccata d’ossigeno alle imprese del settore. Completa il quadro la sempre maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale, che rappresenta ormai da diverso tempo uno dei principali driver del cambiamento.
Ad alcuni dei player di questo settore abbiamo chiesto di disegnare un quadro dettagliato degli scenari prossimi futuri.

Crescono sia il recupero che il riciclo dei materiali

Come già accennato in precedenza, secondo i dati Conai ammonta a 11,55 milioni di tonnellate il totale degli imballaggi immessi al consumo nel corso del 2014. “La carta è nettamente il materiale più importante dal punto di vista del peso (4,2 milioni di tonnellate, ndr.), ma la plastica ha certamente un valore superiore – illustra il direttore generale del Consorzio, Walter Facciotto –. Fino al 2009 abbiamo avuto una crescita sempre lineare. Tra il 2008 e il 2009 però si è verificato un crollo di circa il 10%, il che ha riportato la produzione su valori del 1998. Nell’arco di un solo anno si è persa tutta la crescita. Tra il 2010 e il 2011 c’è stata una prima ripresa, ma non siamo ancora tornati ai livelli del 2008”.
Il 2015 dovrebbe essere un altro anno di ulteriore crescita, ma sempre contenuta nell’ordine di 1,5 punti percentuali. “Gli imballaggi primari di vendita sono quelli che hanno risentito meno della crisi – prosegue Facciotto –, perché legati al consumo domestico che è stato meno penalizzato rispetto a quello industriale. Lo stesso settore alimentare è sì diminuito, ma ha visto anche uno spostamento da prodotti di marca a quelli di primo prezzo. Sono aumentate al contempo le monodosi, a causa di stili di vita diversi, contribuendo a salvare almeno in parte gli imballaggi per il consumo domestico”.
A conferma di come uno dei trend principali sia rappresentato dall’attenzione all’ecosostenibilità, i dati relativi al consumo diffuso da Conai parlano di un successo sempre crescente. “Il 2014 dovrebbe chiudersi con una percentuale del 68% degli imballaggi pari a circa 7,8 milioni di tonnellate di materiali riciclati. Se si considera anche il recupero energetico la cifra arriva a toccare 9 milioni di tonnellate, vale a dire circa il 78%, un obiettivo molto più alto rispetto alla normativa italiana”.
Il 2015 dovrebbe veder crescere, anche se di poco, questa propensione al riciclo e recupero del packaging (nell’ordine dello 0,3%), anche grazie ad alcune iniziative interessanti. “È necessario premiare la distribuzione e i produttori in modo da poter trovare utilizzare imballaggi al meglio possibile e trovando soluzioni per una maggiore efficienza”.

Calano i segmenti tradizionali, crescono i ready meal

Per il comparto degli imballaggi in Italia, il 2013 si era chiuso con un fatturato complessivo di 2,5 miliardi di euro, comprendendo il giro d'affari di circa 70 aziende (a esclusione dei segmenti vetro, lattine e gomma). I primi dati a consuntivo parlano per il 2014 di una crescita che dovrebbe chiudersi tra il 2 e il 3%, il che rappresenta sicuramente un risultato positivo se si considera il contesto economico di base. "Tra il 2013 e il 2014 abbiamo assistito a una sostanziale stabilità del prezzo delle materie prime, con una caduta netta delle quotazioni del petrolio”, spiega Gustavo De Ponti, business development manager Italia di Sealed Air –. A cedere il passo sono soprattutto settori tradizionali come quelli delle carni rosse e dell'ittico, che calano di circa l'8 per cento. "Di contro, però – aggiunge De Ponti – abbiamo registrato buone performance nel segmento dei ready meal, i piatti pronti che stanno crescendo d'importanza perché il consumatore punta sul servizio, così come la quarta gamma di frutta e vegetali freschi". A fronte di questa attenzione per il servizio, sia il consumatore che di conseguenza anche la grande distribuzione, chiedono ai produttori anche una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale. "Lavoriamo soprattutto sulla sgrammatura dei materiali, mantenendo ferma la qualità del prodotto e la shelf life – sottolinea De Ponti –, ma anche sulla trasparenza e quindi materiali su cui è possibile stampare e sulla possibilità di utilizzarli per la cottura. Inoltre, abbiamo registrato una particolare attenzione per il sottovuoto, perché calando i consumi c'è bisogno di più tempo per vendere i prodotti". Le prospettive per il 2015 sembrano essere buone per diversi motivi. "Siamo ottimisti perché la nostra azienda sta sviluppando nuovi mercati, mantenendo comunque il focus sui settori tradizionali come carne e pesce – conclude De Ponti –. Inoltre, se da un lato è vero che i consumi rallentano e anche vero che questo rallentamento sta progressivamente diminuendo. Una grossa mano infine proviene dall'export, dove si registrano ottime performance soprattutto per quanto riguarda formaggi e salumi".

Lexport salva i fatturati

Uno dei comparti alimentari che più di altri ha sofferto nel corso del 2014 è sicuramente quello ortofrutticolo. Questo è successo per una serie concomitante di fattori che vanno dalle avverse condizioni meteo, fino all’embargo russo dei prodotti agroalimentari. Un segmento in cui Ilip si è specializzata nel corso degli anni e che pertanto ha impattato sui dati di fatturato. “Dal nostro punto di vista abbiamo comunque avuto risultati soddisfacenti in termini di volumi e valore – dichiara Roberto Zanichelli, sales & marketing director di Ilip – grazie anche alla crescita su alcuni mercati come quello spagnolo, pur in presenza di una tendenza alla riduzione della marginalità causata sia dalla situazione contingente del settore ortofrutticolo che impatta su tutta la supply-chain, che dalla elevata competizione esistente sul mercato”.
Una grossa mano per ovviare alle già citate carenze del mercato interno, arriva sicuramente dalle esportazioni. “L’export è una parte sempre più importante del nostro fatturato, e con la nostra produzione per l’ortofrutta serviamo cinque continenti – conferma Zanichelli –. Dalla metà del 2013 siamo cresciuti in Spagna grazie a una nuova strategia di vendita che prevede la relazione diretta con i clienti. Quest’anno prevediamo invece di ampliare il mercato nel Regno Unito grazie a un nuovo assetto i cui dettagli saranno annunciati dal 4 al 6 febbraio nel corso della fiera Fruit Logistica di Berlino”.
Per quanto riguarda le richieste che arrivano dal mercato, Ilip sottolinea un costante bisogno di materiali tradizionali come vassoi filmabili, cestelle e alveoli. “Altri clienti però sono più orientati su prodotti innovativi e “customizzabili”, come la nostra linea TS di cestelle saldabili in Pet riciclato (r-Pet, ndr.) per i berries, di cui abbiamo ampliato recentemente la nostra capacità produttiva per l’applicazione di bubble pads e assorbenti – spiega ancora Zanichelli –. Sempre maggiore importanza però ha la sostenibilità ambientale nel packaging, che significa uso di materiali da riciclo e la riduzione del peso dell’imballaggio ma non solo. Per questo motivo siamo stati la prima azienda del settore ad aderire a Save Food, il progetto di Fao e Messe Düsseldorf che riunisce gli attori della filiera per proporre soluzioni concrete a questo problema”.

Limballo diventa un mezzo di comunicazione

Oltre all’ormai imprescindibile ecosostenibilità, un altro dei driver che sembra guidare l’innovazione di prodotto è quello della “customerizzazione”, vale a dire prodotti pensati su indicazioni ben precise e diverse a seconda delle esigenze. “La tendenza principale, sulla base delle richieste fatte dal mercato, è quella di prodotti sempre più “tailor made”, ideati e creati sulle specifiche necessità di ogni cliente – spiega Silvia Ortolani, direttore commerciale di Esseoquattro –. Un compito impegnativo quanto stimolante per chi inventa e produce packaging. Per questo motivo, nel corso del 2014 sono state premiate soprattutto le aziende che hanno scelto di puntare sulla R&S e sull’innovazione dei propri prodotti”.
La Esseoquattro, che attualmente vede alla guida quattro sorelle eredi dirette del fondatore, è specializzata nel campo degli imballaggi alimentari e, lavorando a stretto contatto con il mondo del food, ha individuato alcune specifiche tendenze di questo settore. “Sta diventando sempre più importante la trasparenza e la capacità di comunicare con l’utente finale, che ricerca la qualità e vuole essere informato su ciò che mangia – analizza Ortolani –. Ecco perché i segmenti che stanno crescendo maggiormente, e con i quali stiamo lavorando sempre di più, sono quelli delle Dop e dei prodotti d’eccellenza, mentre c’è una leggera contrazione della fascia di qualità medio-bassa. La nostra intenzione è quindi quella di far diventare il packaging non soltanto un imballo ma un vero e proprio mezzo di comunicazione, grazie all’ausilio sia della componente grafica sia degli strumenti multimediali”.
Come già altri player hanno sottolineato, l’export si sta rilevando una componente vitale per le aziende e anche Esseoquattro pertanto ha cominciato ad affacciarsi sui mercati esteri. “Stiamo cominciando a raccogliere dei buoni risultati, soprattutto in Europa – conferma Ortolani –. A oggi la percentuale è inferiore al 10% del giro d’affari, ma contiamo nel prossimo triennio di poter incrementare il nostro fatturato globale. Nel corso del 2014 abbiamo allacciato rapporti in particolar modo con Francia, Svizzera, Germania e Olanda e contiamo di allargare la nostra presenza anche in Paesi extra Ue come l’Australia”.

Food dinamico, non food in difficolta'

Se nel suo complesso il settore del packaging sembra essere arrivato a un punto di svolta positivo dopo anni complicati, il panorama competitivo si presenta piuttosto diversificato e ogni segmento sconta andamenti molto disomogenei. “Si conferma più dinamico il settore alimentare, dove l’imballaggio flessibile aumenta la propria share a discapito di altre tipologie di confezioni e dalla tendenza al pre-porzionato e/o al pre-confezionato – spiega Nadia Pante, market manager di Goglio –. Per i settori non-food, invece, le prospettive sono al momento meno favorevoli, a esclusione di cosmetica e detergenza, da cui arrivano segnali positivi”.
Il linea generale, però, una delle variabili negative che ha inciso profondamente sulle scelte di investimento del settore è la continua mancanza di fiducia che caratterizza ancora il mercato italiano. “Gli investimenti sono invece indispensabili per rispondere alle crescenti esigenze di differenziazione delle funzioni del packaging, del suo adeguamento all’evoluzione delle normative e delle tematiche di sostenibilità ambientale – denuncia Pante –. Nonostante questo, dopo un primo trimestre di stabilità, nel corso del 2014 sono migliorate le performance sul mercato interno, anche se le attese sono essenzialmente prudenti, prevale la sensazione di un’inversione della tendenza con un fatturato in ripresa”. Una visione più ottimistica si conferma invece sempre secondo Pante sul mercato estero – che per Goglio rappresenta quasi i due terzi del fatturato complessivo – ma con performance estremamente diversificate.

Piu' igiene e meno odori

Attenzione all’ambiente, esigenze di “customerizzazione” e contenimento dei costi sono tutti fattori che spingono le aziende a una battaglia competitiva serrata, che vede l’implementazione di numerose novità.
L’ultimo prodotto lanciato da Esseoquattro è lo “Scoprigusto Ideabrill” con banda microforata, ideato per confezionare gli insaccati perché ne prolunga la conservazione e, nel contempo, garantisce l’igiene e una buona presentazione del prodotto. “Questo Scoprigusto sta riscontrando un certo successo – racconta Silvia Ortolani, direttore commerciale di Esseoquattro –, ma siamo già immersi nella realizzazione di nuovi progetti perché anche il 2015 “sforni” qualche novità. I nostri clienti fidelizzati e quelli potenziali ormai sono abituati bene e da noi si aspettano l’innovazione dell’anno”.
Goglio si sta dedicando allo sviluppo di soluzioni che rispondono all’esigenza del consumatore di differenziare anche lo smaltimento delle confezioni barriera. Ciò si concretizza nei nuovi laminati alta barriera da utilizzare in ambito alimentare e non che, pur eliminando il ricorso ad alluminio, metallizzazione o Evoh, garantiscono proprietà comparabili ai laminati tradizionali, mantenendo altresì una resa estetica elevata. Gli spessori ridotti dei nuovi laminati limitano l’impiego di materie prime, garantendo costi contenuti. Grazie all’applicazione di tecnologie water-based e solvent-less, possono inoltre essere prodotti senza originare emissioni dannose per l’ambiente.
Sealed Air ha infine il suo core business nei sacchi termoretraibili, utilizzabili direttamente nel forno tradizionale, segmento nel quale sono state lanciate alcune novità. Inoltre, è stata recentemente presentata la “Freshness bag” un imballaggio che aiuta a eliminare i cattivi odori che possono formarsi durante la conservazione in sottovuoto.

Parola dordine: personalizzare

Uno dei comparti del packaging in cui da sempre l’Italia riveste un ruolo di eccellenza mondiale è quello cartotecnico. Un successo che è frutto di un mix che abbraccia la vocazione artigiana di molte aziende nostrane unita a quel gusto particolare famoso nel mondo con il nome di “made in Italy”. Proprio su queste basi è nata circa una ventina di anni fa Pringraf, fondata dai fratelli Giuseppe e Roberto Prioriello, oggi divenuta una realtà all’avanguardia nel panorama italiano. “Negli ultimi due anni la nostra azienda ha registrato tassi di crescita intorno al 30% – spiegano in coro i due proprietari – e anche i primi dati relativi al 2015 parlano di aumento del fatturato del 25% rispetto al febbraio dello scorso anno. Un risultato frutto di investimenti in ricerca e sviluppo, ma soprattutto dovuti all’aver sempre creduto che l’approccio migliore fosse quello di fornire una soluzione personalizzata al cliente e non un prodotto fine a se stesso”.
E proprio la possibilità di personalizzare l’imballaggio è una delle tendenze fondamentali che si riscontrano all’interno del comparto. “Oggi è necessaria una relazione one-to-one con il cliente, che a sua volta ha bisogno di un rapporto diretto con il consumatore finale – sottolineano i due fondatori –. I nostri utenti ci richiedono imballaggi con immagini, nomi e frasi personalizzate, ma anche una maggiore usabilità e astucci con forme diverse e particolari per catturare il consumatore”.
A questo si aggiungono poi altri trend ormai divenuti fondamentali. “Innanzitutto la facilità nella chiusura e nell’apertura del packaging, perché sono cambiati gli stili di vita e le persone spesso hanno bisogno di quantità minori di prodotto – proseguono i due fratelli –. In secondo luogo grammature più basse, per imballaggi facili da spostare sullo scaffale e da trasportare. In ultimo, non bisogna dimenticare l’ecosostenibilità e quindi prodotti non solo riciclabili, ma addirittura compostabili”.
La spinta all’innovazione ha portato l’azienda ad aggiudicarsi diversi premi internazionali, come il Pro Carton Ecma Award 2014 per la categoria Food e il “Luxury Packaging Awards 2014” di Londra, dove ha ottenuto il premio “Best in Show”, ovvero il miglior packaging di tutta la manifestazione.
E la carica innovativa non accenna a fermarsi. È infatti nata da poco “Pack.ly”, una web start-up creata per soddisfare le necessità dei designer che lavorano nel mondo del packaging personalizzato, che permette di creare il proprio imballaggio direttamente via web e di stamparne anche pochissime copie. Infine, Pringraf ha installato nel suo stabilimento di Campochiaro “Highcon Euclid II”, un’innovativa macchina digitale equipaggiata con una tecnologia in grado di effettuare micro-tagli laser e cordonature senza la necessità delle tradizionali fustelle, abbattendo così i limiti alla creazione di design fantasiosi.