Nonostante l’approssimarsi dell’inverno nelle splendide giornate alpine il blu del cielo, oltre la splendida cornice con qualche vetta già innevata, continua a far da contrasto con il verde intenso dei meleti stesi a perdita d’occhio lungo la Val Venosta. Qui, fino a qualche settimana fa, tra i filari puntinati di giallo o rosso a seconda della varietà scelta dai coltivatori, era tutto un pullulare di uomini e donne al lavoro in guanti bianchi. Precauzione eccessiva? Assolutamente no, perché la presa della mano, non protetta dal soffice tessuto, potrebbe lasciare traccia sulla superficie della mela, come talvolta dimostrano le piccole depressioni circolari, scure, impresse sulla buccia proprio dalla punta delle dita di una mano nuda chiusa con troppa energia.
E di questi difetti, i 1.780 coltivatori raccolti nelle sette cooperative, a loro volta riunite nel Consorzio VI.P. che cura promozione e commercializzazione delle mele della Val Venosta, non ne vogliono sapere. Meglio non mettere a repentaglio la qualità ottenuta grazie non solo all’impegno delle tante famiglie che lavorano nella valle, che va da Merano (Bz) alle vette estreme del gruppo Ortles, ma anche grazie alla generosità di una natura con la quale bisogna saper convivere. Sì, convivere, perché per quanto nella valle il sole splenda mediamente per 300 giorni all’anno, il freddo pungente limita il periodo vegetativo complicando il lavoro e rendendo tuttavia più “croccante” il frutto tipico della Val Venosta, “la mela sopra le altre”, come dice l’indovinato slogan coniato dal Consorzio.

Nei modernissimi magazzini la qualità si conserva al meglio

L'interno di uno dei depositi a temperatura controllata. VI.P. può immagazzinare fino a 314.000 tonnellate di mele.
Terminato il continuo andirivieni di trattori lungo le strade che percorrono la valle con casse di mele al traino, la frutta si trova ora ben protetta nei magazzini che la conservano alle condizioni ottimali per preservarne integra la qualità in attesa che Golden, Stark, Gala, Pinova e via di seguito finiscano sulla tavola dei consumatori.
“Anche la scarsa pioggia che cade in Val Venosta determina un vantaggio - spiega Michael Grasser, marketing manager del Consorzio VI.P. - perché le precipitazioni atmosferiche limitate riducono i pericoli dovuti all’umidità e di conseguenza la necessità di usare pesticidi. Ciò fa sì che il 94% delle mele del Consorzio siano coltivate con i metodi di quella che viene chiamata agricoltura integrata, mentre il 6% deriva da agricoltura biologica in continua crescita”.
Pioggia scarsa equivale pure a pochi funghi, ma pazienza, qui la vocazione resta la mela, dalla Golden (che vale il 65% della produzione), alla Stark (14,8%), Gala (8,1%), Jonagold (3,3%), Pinova (2,4%) e altre ancora (6,2%) per un totale di circa 314mila tonnellate e un fatturato di 210milioni di euro. “Ogni coltivatore aderente al Consorzio - aggiunge Grasser - tramite la propria cooperativa possiede mediamente 2,9 ettari di terreno con appezzamenti che si spingono fino a 1.100 metri di quota, il limite naturale per la coltivazione della mela, la cui colorazione e compattezza della polpa sono favorite dal microclima distinto da una forte escursione termica tra il giorno e la notte per via dell’aria frizzante dei ghiacciai”.

Orientare la produzione in virtù delle tendenze di consumo

Casse di mele della Val Venosta raccolte e pronte per essere trasportate nei magazzini del Consorzio VI.P.
La centralizzazione delle attività commerciali e di marketing nel Consorzio permettono ai coltivatori di dedicare le loro energie alla cura della qualità in risposta alla domanda del mercato soggetta a variazioni e a preferenze alle quali non è possibile rispondere con immediatezza in quanto la vita media di una pianta, e l’ammortamento dei costi, seguono un ciclo di circa 20 anni. Ogni ettaro produce da 40 a 60 tonnellate di mele a seconda della varietà e un ricavato di circa 22mila euro nelle buone annate. Ricavato che nelle annate negative può però scendere anche del 50%, com’è accaduto tre anni fa. Proprio per contenere danni di questo genere è importante il ruolo della struttura centrale VI.P che cerca di orientare la produzione in virtù della domanda, suggerendo ai coltivatori su quali varietà insistere. I magazzini di cui dispone centralmente il Consorzio consentono di conservare fino a 310mila tonnellate di mele poi in buona parte esportate, dalla Svezia a Dubai.

Più di mezzo secolo di storia

Le mele della Val Venosta si trattano con i guanti, nel vero senso della parola.
È intorno al 1950 che i melicoltori venostani si rendono conto del grande patrimonio della loro valle: aiutati dalla generosità della natura, creano le fondamenta di quello che oggi viene considerato un punto di riferimento per il mercato, il marchio Val Venosta. Ufficialmente l’Associazione Produttori Ortofrutticoli Val Venosta (VI.P) nasce nel 1990 nella forma sociale di Coop. Soc. Agricola, e si costituisce conformemente ai principi mutualistici cooperativi senza scopo di lucro. Da subito la scelta di una propria autonoma organizzazione si rileva vincente, permettendo di difendere più efficacemente sia gli interessi dei singoli soci e che la qualità delle produzioni.
Oggi la VI.P è presente all’estero in ben 40 mercati diversi, dove realizza il 40% del suo giro d’affari. In qualità di cooperativa di secondo grado è composta da 7 cooperative primarie: TEXEL Naturno, JUVAL Castelbello, MIVOR Laces, MEG Martello, GEOS Silandro, ALPE Lasa, OVEG Oris. A queste strutture cooperative aderiscono circa 1.780 produttori ortofrutticoli, che coltivano oltre 5.163 ettari di terreno ad un’altitudine compresa tra i 500 e i 1.100 metri sul livello del mare. Il frutto più coltivato in assoluto è la mela, il cui raccolto in media ammonta a circa 314.000 tonnellate. Grazie a questi volumi, la Val Venosta incide per più di un terzo sulla produzione complessiva di mele dell’intero Alto Adige, che, a sua volta, realizza il 10% dei volumi di mele coltivati in Europa.

I plus delle mele coltivate ad alta quota

La frutta, della varietà Golden, appena raccolta.
La conformazione geologica, il clima e la posizione della Val Venosta, che si estende dalle cime più alte del Gruppo Ortles per poi degradare dal Passo Resia fino a Merano, hanno contribuito allo sviluppo di una ricca frutticoltura. La scarsa piovosità, con 500 mm di precipitazioni annue, la presenza del sole per oltre 300 giorni all’anno e le forti escursioni termiche, che eliminano insetti e parassiti, sono i fattori che, uniti all’altitudine, rendono la valle un vero paradiso terrestre per la coltivazione di mele, ortaggi e piccoli frutti. VI.P segue da sempre la strada tracciata dalla coccinella, simbolo della natura, della tutela ambientale e della produzione integrata. La “mission” di VI.P è quella di arrivare al consumatore con un prodotto di qualità, un servizio completo ed un prodotto che sia sempre controllabile. Tracciabilità e certezza della provenienza sono quindi garantiti dai nostri sistemi di produzione e di lavorazione.

VI.P: qualità certificata

Una volta giunte a maturazione le mele devono essere raccolte presto e bene, sempre a mano e lungo pendii scoscesi.
Anche nella stagione in corso VI.P intende mantenersi fedele allo scopo primario di offrire ai consumatori una mela affidabile, di eccellente qualità, sana e gustosa.
Mela Alto Adige IGP: Dal giugno 2005, undici varietà di mele coltivate in Alto Adige possono vantare la preziosa denominazione IGP, ovvero l’Indicazione Geografica Protetta. Garanzia di sicurezza e genuinità, essa viene attribuita dall’Unione Europea e certifica una produzione rispettosa delle tradizioni e una qualità tipica del territorio di provenienza. Anche la Mela Val Venosta è Mela Alto Adige IGP.
GlobalGAP: Tramite il progetto di certificazione GlobalGAP a cui quasi tutti i 1.780 soci VI.P hanno aderito, viene garantita la totale tracciabilità del prodotto dal coltivatore sino allo scaffale del negozio.
IFS: Ogni cooperativa associata VI.P ha ottenuto la certificazione IFS (International Food Standard) che verifica e certifica i requisiti di qualità, sicurezza e conformità della normativa sui prodotti alimentari. Tale standard viene applicato in tutte le fasi di lavorazione del prodotto alimentare successive alla produzione agricola.
ISO 9001: L’avanzato sistema di lavoro ha permesso di ottenere nel 1998, prima in Europa, la certificazione ISO 9001.
ISO 14.001: Permette alla VI.P di monitorare gli impatti ambientali delle proprie attività. Questo standard è stato ottenuto per la lavorazione delle mele biologiche.