Le decisioni dell’Antitrust francese, il 17 novembre, non hanno inciso più di tanto sul passaggio di Leader Price da gruppo Casino ad Aldi Nord, prevedendo la cessione, per motivi di concorrenza locale, di appena 9 supermercati: la delibera ha portato direttamente, il 30 novembre, al perfezionamento dell’operazione, avviata in marzo.

Passano così definitivamente, nella rete del colosso tedesco, 545 punti di vendita LP, 2 supermercati Casino e 3 centri distributivi, per un ammontare di 717 milioni di euro, compreso un bonus di 35.

L’Esagono diventa, sommando gli 862 insediamenti Aldi già attivi, il secondo mercato del colosso tedesco con 1.409 Pdv, dopo la Germania: 4.146 negozi, secondo Statista, sommando i rami Sud e Nord.

Tutto considerato il prezzo è ottimo, visto che, globalmente, Leader Price (quasi 800 Pdv prima del deal) ha un fatturato di 4,7 miliardi, ma è giustificato da perdite pesanti che, secondo le analisi del giornale specializzato 'Linéaires', investono l’80% degli affiliati, con un rosso medio, per negozio, di 163.000 euro.

La rete acquisita transiterà, entro la fine del 2021, sotto l’insegna Aldi, in quanto Casino conserva la titolarità del marchio Leader Price e circa 200 punti vendita distribuiti tra la Francia (90), l’Italia (una trentina in joint venture con Crai) e altre nazioni, come Belgio e Polonia.

Ma non è tutto. Dopo questa operazione Aldi intende salire, in tempi relativamente rapidi, a 1.800 negozi per presidiare tutto l’Esagono, aumentare la propria attuale quota di mercato del 4% e dare battaglia a Lidl, che, con 1.550 supermercati, ha un’incidenza del 6,3 per cento.

Secondo Deloitte il colosso Aldi Einkauf GmbH & Co ha fatturato, nel 2018, oltre 106 miliardi di dollari al consumo (circa 87 miliardi di euro) qualificandosi come l’ottavo distributore mondiale e il secondo europeo, dopo Lidl-Schwarz Gruppe che, attraverso Lidl e le grandi superfici Kaufland, ha vendite pari a 121,6 miliardi di dollari.