Domino’s Pizza, regina Usa della pizza a domicilio, ma con forti interessi anche nell’asporto, batte in ritirata in 4 Paesi europei: la filiale britannica, che presidia anche queste nazioni, oltre a una partecipazione in Germania, ha infatti annunciato la chiusura in Islanda, Norvegia, Svezia e Svizzera. Per i 115 ristoranti ci sarebbero già alcune manifestazioni di interesse.

Domino’s Uk, al contrario continuerà ad operare in Gran Bretagna e Irlanda, dove ha una rete imponente, di poco inferiore ai 1.200 punti vendita.

"Sebbene i risultati finanziari si siano stabilizzati - ha spiegato l’amministratore delegato uscente, David Wild - le performance rimangono deludenti in queste aree. Il Cda ha dunque deciso che, sebbene si tratti di mercati interessanti, sia più opportuno uscirne in modo ordinato".

Nelle 4 nazioni le attività rallentano dal 2017 e i costi sono appesantiti dal modello di gestione diretta.

In Italia – 21 punti vendita a fine 2018 - la catena americana è entrata ufficialmente il 5 ottobre del 2015, con l’apertura del primo ristorante in via della Martinella, alla periferia nord-ovest di Milano. In seguito ha raggiunto Torino, Piacenza, Bologna e Bergamo dimostrandosi costantemente in crescita, come indica la campagna di recruiting lanciata in aprile per 300 nuove posizioni.

Domino’s Pizza fondata nel 1960, contava, alla fine del 2018, ben 9.351 pizzerie, tra dirette e affiliate, ed era presente in 50 Stati Usa e in 65 mercati internazionali per un fatturato di 3,43 miliardi di dollari, rispetto ai 2,79 del 2017 (+23,13%).