Accordo fatto tra Nestlé e la metà dei gruppi distributivi che aderiscono alla centrale europea AgeCore, che raggruppa Coop Svizzera, Colruyt (Belgio), Edeka (Germania), ma anche Eroski (Spagna), Groupement des Mousquetaires (Francia) e Conad.

I tre retailer coinvolti, in Germania, Confederazione elvetica e Belgio, hanno lamentato un costo troppo alto dei prodotti della multinazionale e hanno decretato, a metà febbraio, il bando dai lineari di una larga porzione di referenze.

Secondo il giornale tedesco Lebensmittel Zeitung (LZ), è stato raggiunto un accordo le cui condizioni però non sono state divulgate.

In pratica gli oltre 150 prodotti usciti da Coop Svizzera, Colruyt e Edeka, vi fanno rientro. Tra le referenze colpite dalla manovra figurano articoli targati Maggi, Nescafé e Buitoni, ma anche le salse per condire le insalate Thomy e le tavolette di cioccolato Cailler.

La pace comporterebbe addirittura una particolare attenzione in termini di canevas promozionali. Coop Svizzera, per prima, ha deciso di riversare sui clienti i nuovi benefici dell’intesa e, da questo mese, ci saranno sconti nell’ordine del 30 per cento su 500 articoli Nestlé.

Il caso di boicottaggio su larga scala è, di fatto, senza precedenti e la dice lunga, se ce ne fosse bisogno, sui rapporti di forza tra Gdo e industria, anche quando si tratta come, in questo caso, di un colosso con ben 89,8 miliari di franchi svizzeri di giro d’affari, equivalenti a più di 76 miliardi di euro.

Dall’altro lato c’è però un raggruppamento di insegne che, sempre secondo LZ, vale ben 140 miliardi di euro. Alcune stime valutano che le tre catene diano a Nestlé un apporto totale annuo di 2 miliardi di franchi, oltre 1.670 milioni di euro.