A sostenerlo è ACNielsen. Nel 2006, i due noti discount Hofer e Lidl avrebbero registrato un incremento delle vendite del 7%, crescita nettamente superiore alla media. Per il settore del commercio alimentare al dettaglio si segnala complessivamente un aumento nominale del 2,7%, che si assesta su 15,3 miliardi di euro. Con un tasso d'inflazione del 1,5% ne risulta anche una crescita reale che però è sostenuta dalle catene di supermercati a basso costo.

L'Istituto per il Commercio e il Marketing della facoltà di economia dell'Università di Vienna, ripercorrendo questi dati osservano che la strategia vincente è sempre quella del primato dei prezzi bassi consentiti dai contenuti costi logistici. Un discount ha un assortimento di 600-800 articoli, un supermercato ne ha 5.000-8.000, un ipermercato ne ha 15.000-25.000.

I discount semplificano la scelta al cliente
facendo una sorta di preselezione dei prodotti, ma il loro servizio finisce qui. Supermercati e ipermercati, invece, devono sostenere, tra le altre cose, elevati costi per la presentazione dei prodotti e per il personale impiegato. Questi ultimi, pur consapevoli dell'importanza della componente prezzo, puntano anche sul servizio, sull'ampia scelta e sull'alta qualità dei prodotti.