Nutriscore: persino la Francia, inventrice di questo sistema di etichettatura, ci ripensa. Anzi, durante la recente visita in Italia di Emmanuel Macron, per la stipula del ‘Trattato del Quirinale’, si è trovato anche il tempo per scambiare parole, sul controverso tema, fra il Presidente della Repubblica francese e il nostro Presidente del Consiglio, Mario Draghi.

Lo ha detto all’Ansa il Ministro dell’agricoltura pentastellato Stefano Patuanelli, inaugurando le Fiere zootecniche internazionali di Cremona: «Nell' interlocuzione avuta ieri (25 novembre, ndr.) tra il Presidente del Consiglio Draghi e il Presidente Macron, il tema è stato affrontato e approfondiremo, nei prossimi giorni, questo elemento, ma sembra abbastanza evidente che anche la Francia stia retrocedendo da quell'idea malsana di dare un colore al cibo e di etichettarlo per buono o cattivo, senza un metodo scientifico reale».

Intanto però, nell’Esagono, i produttori di formaggio, scesi più volte sul piede di guerra, in compagnia dei produttori di latte e dei ‘vignerons’, hanno ammorbidito la propria posizione, chiedendo non più l'esenzione pura e semplice dal sistema a colori, ma, almeno, una revisione dell'algoritmo ideato dall'epidemiologo Serge Hercberg e sottostante all'etichettatura.

Resta il fatto che, a molti cugini d’Oltralpe, contrariamente a quanto si crede, il Nutriscore non va giù, visto che il Paese non è certo povero di denominazioni d’origine. Mentre l’Italia è in vetta, con 315 indicazioni di origine, fra Dop, Igp e Stg (dati Mipaaf al 4 agosto 2021), la Francia ci tallona con più di 250 prodotti, fra i quali 55 caseari. Segue la Spagna, sposata al Nutriscore, ma anch’essa, a quanto pare, con notevoli ripensamenti, date le 192 ‘denominciones e indicaciones’. Superfluo osservare che il pentitismo ricalca la geografia dei Paesi con il maggior numero di eccellenze alimentari.

Da noi, come tutti sanno, lunedì scorso, 22 novembre, si è mobilitata, con una serie di istruttorie anti Nutriscore persino l’Agcm. Nel mirino è finita, tra gli altri, Carrefour Italia, al momento l’unica a dichiarare, in una nota, tutta la propria disponibilità a collaborare alle indagini, ribadendo, contestualmente, la ferma volontà di rispettare le normative agroalimentari nazionali e l’impegno costante nella valorizzazione delle filiere nostrane.

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