Le fusioni e acquisizioni nel mercato consumer – alimentare, retail, cosmesi, moda e lusso, horeca e servizi turistici - chiudono il 2019 con un bilancio molto positivo. Il totale delle operazioni è cresciuto del 27% fino a 256. Lo afferma lo studio di Pwc “M&A Trends 2019 e Outlook 2020”.

Le anticipazioni per l’anno in corso sono allarmanti: il comparto, infatti, è uno dei più penalizzati dal Covid-19, con circa il 35% dei consumi esposti al rischio di essere ridotti, o posticipati. La situazione più critica riguarda, ovviamente, l’insieme composto da ristorazione, turismo e relativa accoglienza.

In uno scenario di emergenza, con restrizioni all’export, fino alla fine di maggio 2020 (il migliore di quelli ipotizzati da Cerved), si avrebbe un parziale recupero solo nel 2021.

Spiega Emanuela Pettenò, partner di Pwc: “L’allerta sanitaria ha portato allo sviluppo di nuovi modelli comportamentali da parte dei consumatori, modelli destinati a imporsi anche nel medio termine: riduzione delle occasioni di contatto, aumento del tempo trascorso a casa, maggiore attenzione alla spesa. Le aziende sono chiamate a rispondere in modo veloce, adeguando in modo strutturato la propria offerta, le politiche di marketing e i modelli operativi, per identificare nuove opportunità”.

Secondo il rapporto, nel 2019 gli investitori strategici si confermano i più attivi per numero di operazioni (155, pari a circa il 61% del totale) e focalizzati su target con una dimensione media di fatturato compresa fra i 70 milioni di euro (investitori istituzionali) e i 66 milioni (investitori finanziari).

Aumentano le transazioni Italia su Italia grazie al crescente interesse degli investitori strategici nazionali, che hanno perfezionato 92 transazioni, rispetto alle 60 del 2018.

In crescita anche le operazioni che hanno coinvolto controparti estere (+14) come quella, importantissima, dell’acquisto di Auchan retail Italia da parte di Conad: 270 punti vendita per un valore di 1 miliardo di euro.

Il Nord-Ovest si conferma l’area geografica che ha attratto il maggior numero di transazioni (34%), seguita dal Centro (28%), che registra un significativo aumento (+19). In cima alla classifica regionale si trovano la Lombardia, con 68 operazioni (51 nel 2018), l’Emilia-Romagna, con 39 (contro 26) e il Veneto, con 32.

L’analisi per settore sottolinea, fra l’altro, l’importanza dell’alimentare: 80 transazioni, rispetto alle 60 del 2018. Di queste 25 sono cross-border, a conferma dell’attrattiva del ‘made in Italy”. Anche nel comparto delle bevande si registra una crescita significativa: 27 operazioni, contro le 15 del 2018, di cui 16 cross-border.