Sì all’investimento di Amazon in Deliveroo, tramite un aumento di capitale riservato da 500 milioni di dollari, pari al 16% delle quote della società inglese specialista del cibo a domicilio: lo ha stabilito, dopo quasi un anno di attesa, la Cma, l’antitrust britannica.

L’operazione, da 575 milioni di dollari in fase di lancio, era stata annunciata a maggio da Jeff Bezos e congelata, in luglio, per timore che l’ingresso della cordata, composta oltre che da Amazon da altri investitori statunitensi - T Rowe Price investment management, Fidelity Management e Greenoaks capital - creasse una situazione di distorsione competitiva sul mercato britannico.

Quello che ha fatto cambiare idea all’Authority è stata la presentazione, da parte di Deliveroo, di ulteriori argomentazioni in favore della necessità di reperire nuovi capitali. Infatti, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il coronavirus ha impattato negativamente sul food delivery: aumento della pressione competitiva e moltissimi ristoranti convenzionati chiusi (oltre 80.000 quelli raggiunti nel mondo dal gruppo londinese).

Per arginare la flessione Deliveroo ha tentato altre vie, come la consegna, oltre che di prodotti della ristorazione, di beni di prima necessità e di beni di largo consumo in generale. Ma la misura non è bastata e l’operatore londinese ha fatto appello alla Cma. Per inciso, in Italia, il servizio per conto dei supermercati è partito il 15 aprile a cominciare da Milano e dalla Lombardia.

Fondata a Londra nel 2013 da Will Shu e Greg Orlowski, Deliveroo raggiunge 500 città in 13 nazioni: Regno Unito, naturalmente, Italia, Olanda, Francia, Belgio, Irlanda, Spagna, Singapore, Usa, Emirati arabi, Australia, Taiwan… Secondo Statista l'azienda ha fatturato, nel 2018, 476,2 milioni di sterline (277,1 nel 2017), pari a circa 550 milioni di euro.

Nel nostro Paese Deliveroo ha annunciato, a gennaio, un forte piano di espansione, per collegare altri 90 nuclei urbani nel 2020, arrivando a un totale di 240 (+55%).

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