Gruppo Campari è notoriamente una delle realtà più importanti nel settore del beverage a livello globale. E' presente in 190 paesi nel mondo con leadership nei mercati italiano e brasiliano e posizioni di primo piano negli Usa (33,5% delle vendite nelle Americhe) e in Europa continentale (31,6% Italia e 25,7% resto d’Europa). Vanta un portafoglio articolato su tre segmenti: spirit, wine e soft drink. Campari impiega oltre 2.200 persone e le azioni della capogruppo Davide Campari-Milano Spa sono quotate al Mercato Telematico di Borsa Italiana.

Nel 2011 le vendite sono state pari a 1.274,2 milioni di euro (+9,6%, +8,8% crescita organica, -0,7% effetto cambi e +1,4% effetto perimetro, quest’ultimo principalmente dovuto all’acquisizione di Frangelico, liquore italiano di nocciole, Carolans, irish cream, e Irish Mist, whiskey).

Il tutto nonostante il calo strutturale del mercato degli alcolici in cui vengono tradizionalmente a sommarsi fattori costanti, come l’alta incidenza delle accise e le campagne contro il consumo, ed elementi congiunturali, come il continuo aggravarsi delle condizioni di criticità in cui versa l’Europa in generale e l’Italia, in particolare.

Il margine lordo è stato di 734,6 milioni, in crescita del 10,2% e pari al 57,7% delle vendite, principalmente grazie al mix favorevole delle vendite dovuto alla crescita a doppia cifra del segmento spirit.

Le spese per pubblicità e promozioni sono state di 229,1 milioni, in crescita del +12,8% e pari al 18% delle vendite (17,5% delle vendite nel 2010), cifre notevoli se confrontate con il cedimento del mercato dell’advertising, che ha registrato una nuova batosta anche in febbraio e che promette di chiudere l’anno con una contrazione di almeno il 5%.

Il margine di contribuzione, ovvero il margine lordo dopo le spese per pubblicità e promozioni, è stato di 505,5 milioni, in crescita del 9% (+6,5% crescita organica) e pari al 39,7% delle vendite.

I costi di struttura, ovvero i costi delle organizzazioni commerciali e i costi generali e amministrativi, crescono dell’8,4%, evidenziando un contenimento in termini di incidenza percentuale sulle vendite, che passa dal 16,4% del 2010 al 16,2% del 2011.

L’Ebitda è stato di 325,8 milioni, in crescita del 10,3% e l’Ebit si è attestato su 295,5 milioni, in aumento del 9,7%.

Gli oneri finanziari netti nel 2011 sono stati complessivamente pari a 43,2 milioni, in salita di 5,7 milioni rispetto al corrispondente periodo del 2010. La crescita degli interessi risulta principalmente determinata dal maggiore indebitamento medio del Gruppo, correlato alle recenti acquisizioni.

L’utile netto del Gruppo è stato di 159,2 milioni, in crescita dell’1,9% (+1,4% a cambi costanti), dopo avere registrato, oltre a un aumento degli oneri finanziari netti e delle imposte, anche una componente di oneri non ricorrenti per 4,7 milioni. Al netto di tutte le componenti non ricorrenti, sia di natura operativa sia per le voci oneri finanziari e imposte, nel 2011 si rileva un utile netto del Gruppo rettificato di  167,5 milioni, pari a una marginalità netta sulle vendite del 13,1%.