Parte l’asta europea per Mercatone Uno: le offerte vincolanti sono attese entro le 18 del 7 settembre 2016. Il prezzo di partenza è di 280 milioni di euro. Questo dopo che, nell’estate 2015, erano già pervenute 53 proposte, soprattutto da parte di grandi gruppi esteri fra i quali, si vocifera, il colosso inglese Kingfisher e, forse, le francesi Conforama e Maison du Monde, già attive nel Bel Paese.

La catena, fondata nel 1978 dall’imprenditore imolese Romano Cenni, dispone allo stato attuale di 79 grandi superfici – tutte in vendita -, con una media di poco meno di 6.000 mq ciascuna, per un totale di mezzo milione di metri quadrati. La rete copre l’intero territorio della nostra Penisola: Piemonte, Emilia Romagna, Abruzzo, Lombardia…

Il bilancio 2016 dovrebbe chiudersi intorno ai 400 milioni di euro di fatturato, destinati a schizzare a 530 nel 2017. Inoltre l’insegna ha dalla sua tutto l’appeal di una quota di mercato, nel mobile-arredamento, che si attesta intorno al 10 per cento. Sull’altro piatto ci sono circa 500 milioni di indebitamento, che però l’acquirente non dovrà accollarsi. Le attività verranno infatti cedute libere da gravami e non è previsto il trasferimento dei debiti a carico dell’acquirente.

Insomma un ottimo affare, visto che un anno di amministrazione straordinaria ha riportato i conti in salute, sfoltito gli assortimenti, per concentrarsi soprattutto sui settori legati al decoro della casa, aggiunto qualità e alleggerito ulteriormente i prezzi. In più la maggior parte dei pdv è stata rinnovata e, a breve, le riaperture sfioreranno un totale di 61 per 320.000 metri quadrati.

Le azioni dei Commissari straordinari – Stefano Coen, Ermanno Sgravato e Vincenzo Tassinari - hanno consentito, senza ricorrere a garanzie da parte dello Stato, il rilancio, il riposizionamento e scongiurato gravi perdite di addetti.

“Il bando internazionale – si legge in una nota ufficiale - è uno strumento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi della procedura di amministrazione straordinaria: salvaguardia aziendale, tutela occupazionale, soddisfazione dei creditori.

“Grazie alle positive relazioni con le organizzazioni sindacali – riporta ancora la fonte - è stato raggiunto l’obiettivo della salvaguardia di migliaia di posti di lavoro (3.345 unità al 30 aprile 2016). Inoltre, grazie ai meccanismi introdotti dal Jobs Act, dal 1° novembre 2015 sono stati stabilizzati 254 associati in partecipazione con contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato”.


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