I conti del colosso elvetico Migros rispecchiano bene le ripercussioni che la recessione del mondo occidentale hanno avuto anche nella dorata Svizzera, sulla quale sono andate a scaricarsi le distorsioni dei cambi con l’euro, che in generale perde potere di acquisto. Il cambio eur/chf viene scambiato a 1,2034: come dire che oggi un euro vale 0,8316 franchi.

Ma non è tutto: anche nei consumi interni una parte delle vendite in valore ha perso terreno per via di una politica di prezzi costantemente al ribasso, il che dimostra una certa sofferenza sul mercato locale.

Migros, costellazione che raggruppa numerosi marchi della grande e piccola distribuzione, sia generalista, sia specializzata, e comprende persino attività industriali in proprio, ristorazione, agenzie viaggi, è riuscita però, nonostante tutto, a chiudere l’anno con un fatturato in linea con quello del 2010, ossia di 24,9 miliardi di franchi (20,7 miliardi di euro). Le vendite al dettaglio sono leggermente indietreggiate (-0,7%), ma il dato, depurato dalle variazioni valutarie, in effetti si attesterebbe sul +2,1%.  In flessione l’Ebit, che ha perso 197,2 milioni di franchi. L’utile è indietreggiato di 22,6 punti percentuali, abbassandosi a 659,3 milioni di Chf (548,3 milioni di euro).

Nonostante una maggiore affluenza nei punti di vendita, la quota di mercato del colosso elvetico è indietreggiata leggermente nel food, anche se parliamo di decimi di punto (-0,6%), mentre nel non-food si è avuto un piccolo guadagno, dello 0,1. Il dato relativo all’alimentare si spiega, ancora una volta, con la forte strategia di abbattimento dei prezzi finali, che in tre anni sono calati addirittura di 8 punti. Comunque si tratta di una scelta voluta, visto che Migros ha investito su questa politica ben 1,3 miliardi di franchi.

Si osserva anche l’allineamento del gruppo con le tendenze che regolano l’offerta in tutto il resto del mondo economicamente progredito. Così i beni con valore aggiunto sociale ed ecologico sono saliti verso l’alto del 6,5% in termini di fatturato. Straordinario il successo della linea “Migros aha!”, destinata a coloro che soffrono di intolleranze e di allergie: +27,6%.

E’ continuato, nell’anno trascorso, l’impegno del gruppo sul versante del risparmio energetico, della difesa del clima e dell’ambiente, un trend coronato da due premi: Energy globe award e Prix Suisse de l’éthique.

In lieve aumento la rete dei punti di vendita, da 610 a 623, nella sola Svizzera.

Le attività collaterali, come la ristorazione, il credito, la produzione industriale, hanno dimostrato tutte buone performance. La prima ha fatto segnare un risultato generale del +0,3% e i ristoranti hanno raggiunto un totale di 189. Spunti davvero consistenti si sono avuti sul take away (+10%) e sul party service (+20%), il che dimostra la tendenza a riscoprire il pasto o la festa in casa, possibilmente semplificata da alimenti di gastronomia pronta.

Il ramo industriale ha mantenuto bene il passo, chiudendo l’anno con un giro di affari netto di 5,333 miliardi (+0,3%). Questo settore alimenta in parte la consistente offerta di private label il cui fatturato è salito del 6,5% (a 2,3 miliardi) e del 7,1% considerando soltanto i prodotti biologici.

Banque Migros, una presenza importante nel gruppo che porta l’incidenza dei mezzi propri su un eccezionale 63,6%, ha fatto segnare progressioni rilevanti soprattutto per quanto riguarda il credito ipotecario (5,9%) e il finanziamento ai privati (+28%).