Agnesi ha deciso di avviare una collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo Bra (CN). La partnership nasce dall’intento di ridare valore al cibo e sensibilizzare sull’importanza del rispetto per l’ambiente. Frutto della cooperazione delle due parti è la nuova linea Eccellenze Liguri, nata dall’individuazione dei concetti fondamentali alla base della cucina locale: mare, entroterra e tradizione. Abbiamo chiesto a Pasquale Peluso, marketing manager Agnesi, di raccontarci tutti i dettagli di questo progetto.

Il lancio di queste novità si limiterà ai prodotti tipici della Liguria o in prospettiva potrebbe vedere anche un allargamento a specialità di altre regioni?

Il valore di Agnesi nasce dalla terra ligure. Abbiamo studiato un progetto ad hoc con l’Università di Scienze Gastronomiche e al momento manterremo questo ambito di azione. Un aspetto su cui sicuramente ci concentreremo è l’ampliamento degli spazi di lavoro, lavorando sulle ricette con i produttori per portare l’attenzione del grande pubblico su prodotti che ancora non sono noti o sono poco conosciuti e che invece potrebbero essere valorizzati. Riteniamo in questo senso che ci siano margini di manovra, sempre sotto l’ombrello delle eccellenze liguri, anche senza ricorrere ad altri territori che ci porterebbero più verso una logica generalista che è quella da cui invece vogliamo rifuggire.

Al momento le referenze in assortimento o previste sono sette, quanto pensate che si potrebbe allargare questa gamma?

Sicuramente dovranno essere prodotti coerenti con i valori che abbiamo definito durante la nostra presentazione. Quello che ci interessa è che siano distintivi. Non ricerchiamo il numero bensì il valore: un valore da dare al brand e al mercato della pasta in generale. Detto questo, siamo solo all’inizio di un progetto di collaborazione con l’università, quindi sicuramente ci potranno essere altre referenze, per esempio relative all’olio o alle olive che in prima battuta abbiamo dovuto accantonare per via dell’annata assolutamente sfavorevole. Alcune sono già pronte a sostituire eventuali prodotti attualmente disponibili che potrebbero avere proprio per la natura stagionale criticità e problematiche di raccolto.

Quale sarà il posizionamento di prezzo della linea?

È un posizionamento che dà un’accessibilità ad un prodotto che non sarà nei punti vendita gourmet bensì alla portata di tutti, quindi un prezzo superiore alla massa ma più basso di quello che è un posizionamento da gastronomia gourmet. Abbiamo l’esempio di Eataly che è diventato in Italia un nuovo riferimento della gastronomia, mentre all’estero ci sono tanti altri esempi di catene che vendono a prezzi elevati considerando che si tratta di un prodotto industriale. Noi vogliamo essere sostenibili lungo tutta la filiera: dal contadino fino allo scaffale. Potremmo definirlo “un gourmet accessibile”.

I prodotti di cui si costituisce la linea che lanciate hanno la necessità di essere raccontati, come farete per la comunicazione e lo storytelling?

Sicuramente il punto di forza della presentazione sta proprio nello storytelling, nel raccontare il valore di questi prodotti. L’altro grande plus arriverà con l’assaggio: inizieremo dal punto vendita e dal prodotto che si racconterà attraverso degustazioni, booklet, collarini e un clusterino che permetterà di raccontarne i punti di forza. La leva su cui spingere sarà il gusto: dobbiamo portare i consumatori ad assaggiare perché siamo convinti sia il miglior elemento di comunicazione e di fidelizzazione. Chiaramente anche lo strumento di collaborazione con l’Università è per noi un veicolo di promozione. Abbiamo studiato forme di comunicazione che loro fanno in termini di promozione del prodotto sul territorio portando ai consumatori il loro messaggio e di conseguenza anche il messaggio dei nostri prodotti. Abbiamo inoltre programmato una campagna massiccia di affissione e non solo, nella seconda parte dell’anno e poi ancora nel 2016 svilupperemo una campagna social non fine a se stessa e diversa dalla massa. Dobbiamo cercare il veicolo e il messaggio giusto.

Come ha risposto il trade a questa vostra novità?

C’è molto interesse, anche se non tutti gli elementi sono definiti al 100%, stiamo ancora lavorando sui produttori, sul packaging, qualche prodotto è ancora in raccolto. Riteniamo di poter portare i prodotti sul mercato intorno a fine ottobre ad eccezione di quelli disponibili in stagionalità, ad esempio i carciofi, per i quali dovremo aspettare praticamente un anno per il nuovo raccolto.

Perché un buyer della distribuzione dovrebbe essere indotto ad acquistare questi prodotti, al di là del mero fattore novità?

Perché consentiranno di differenziare e dar valore agli scaffali considerato che prodotti di questo tipo in grande distribuzione non ce ne sono. In genere, infatti, sono disponibili nei negozi gourmet con quantitativi e con diffusione territoriale limitata. Oppure ci sono piccoli produttori regionali non uniti da un brand ombrello che potrebbe essere l’altra grande forza del nostro prodotto: un marchio concentrato sulla pasta che allarga il proprio valore su altre categorie con prodotti di altissima qualità.

Distribuzione estera? Che mercati e che modalità prevedete?

Siamo presenti in 70 paesi, quindi l’ampiezza di distribuzione è particolarmente estesa. I business model sono diversi: in alcuni casi andiamo direttamente con delle catene, in altri abbiamo distributori. I mercati più importanti per noi sono Svizzera, Asia, Inghilterra e Russia. Questo è un prodotto perfetto per i negozi di alta gastronomia inglesi. Abbiamo già esempi di nostre referenze inserite all’interno di catene o di ristoranti che vendono prodotti Agnesi e sicuramente seguiremo questa strategia con gli indipendenti anche per questa gamma.

Che risultati economici vi attendete nel medio termine o almeno a quanto ambireste arrivare in termini di giro d’affari a regime?

Non abbiamo ancora fatto una stima di valore perché al momento è un aspetto secondario. Questo progetto ci serve per dare valore al brand e iniziare un percorso di partnership. E’ chiaro che inizialmente questo non si sposerà con grandissimi volumi ma semplicemente perché si tratta non di un progetto da fatturati e grandi volumi ma da marginalità, da sostegno di valore e per la soddisfazione dei nostri consumatori. Il secondo passo potrebbe essere, qualora questo rafforzi o denoti uno sviluppo particolare di uno di questi prodotti in alcune nicchie, un’eventuale e più incisiva partnership con i produttori, sempre nel rispetto della sostenibilità, che possa consentire di avere anche una visione finanziaria più ampia.

Ritenete che questa vostra iniziativa possa favorire una qualche forma di rilancio economico della Liguria?

Direi per l’Italia e per la Liguria. Vogliamo essere un punto di riferimento, Agnesi lo è da sempre e lo sarà perché è un brand importante del territorio. Oltre a lanciare novità di prodotto, il nostro obiettivo è anche aiutare e sviluppare con dei piccoli produttori delle logiche di mercato innovative che puntano sulla qualità.


Stefania Lorusso