L’azienda emiliana con oltre 500 milioni di ricavi è leader nel settore della produzione e distribuzione dei grandi formaggi DOP italiani. L’ingresso nel capitale del fondo Charterhouse Capital, avvenuto nel 2014, ha permesso a Nuova Castelli di svilupparsi ulteriormente e di finalizzare due importanti acquisizioni: Alival e North Coast.

Dott. Fici come si chiuderà il 2015 di Nuova castelli a livello di fatturati e vendite?
Prima di parlare di numeri occorre fare una premessa. Nuova Castelli - azienda che ha sede a Reggio Emilia - ha acquisito a febbraio scorso il 100% del capitale di Alival dall’imprenditore Dante Bigi, che aveva a sua volta acquisito la società di Ponte Buggianese alla fine del 2014. L’operazione ha portato alla nascita di una nuova realtà leader nella produzione e nella distribuzione di formaggi DOP e STG.
Al momento, quindi, il gruppo Castelli è composto dalle due società che stanno crescendo entrambe con buoni numeri: Alival segna un incremento del 15-20% delle vendite mentre Nuova Castelli registra un +10% di incremento per Nuova Castelli. Nel complesso abbiamo in media un aumento del fatturato pari al 15%.


Fino allo scorso anno il 90% della vostra produzione era destinata all’export. A seguito dell’acquisizione di Alival è cambiato qualcosa o avete mantenuto la stessa linea?
Adesso abbiamo una percentuale dedicata all’export leggermente diversa. Diciamo che con l’acquisizione di Alival si è rafforzata la quota della produzione riservata al territorio nazionale. Rispetto alla maggior parte delle aziende che a seguito della crisi economica hanno puntato maggiormente sull’estero il nostro è un percorso inverso e anomalo.

Vuole spiegarci meglio questo concetto?
La nostra azienda, fondata nel 1892, con oltre 500 milioni di ricavi è leader nel settore della produzione e distribuzione dei grandi formaggi DOP italiani. Quella di puntare sull’estero non è stata una scelta, la definirei una vocazione vera e propria. Attualmente esportiamo in Francia, Gran Bretagna, Germania, Svezia, Danimarca, Olanda e stiamo cercando – tramite acquisizioni o apertura di filiali nostre - di inserirci in nuovi mercati.

E’ per questo che avete finalizzato l'acquisizione della polacca North Coast?
Sì, esatto. North Coast, nata nel 1992 e sita a Pruszków, vicino Varsavia, è una realtà specializzata nella distribuzione di prodotti alimentari di alta qualità. L’azienda opera con impianti di produzione e centri di stagionatura e confezionamento in Italia, Ungheria - per la produzione di formaggio a pasta dura – e Polonia. La nostra idea è di crescere conquistando un ruolo sempre più importante a livello europeo. Più si è grandi nella presenza di fatturato e di mercati più si riesce ad avere delle sinergie: i nostri clienti sono internazionali.

Fuori dai confini europei come vi state muovendo invece?
Il nostro obiettivo è in primis di completare l’Europa ma guardiamo chiaramente anche ai mercati extra europei. In alcune zone, per esempio Stati Uniti, Sudamerica ed Est asiatico siamo già avanti con alcuni progetti.

Quanto ha influito l’ingresso del nuovo socio Charter House Capital Partner, avvenuto a inizio 2014, nella vostra politica espansionistica?
L’ingresso di questo socio che ha acquisito l’80% dell’azienda e persugue una prospettiva di crescita è stato fondamentale. Senza un cospicuo capitale a disposizione si può fare ben poco.

Quali sono gli obiettivi che vi ponete nel breve-medio periodo?
La nostra filosofia aziendale si base su tre punti fondamentali: crescere, espandersi e creare valore. Sempre. Chiaramente lo sviluppo del business dipende dalle occasioni che si presentano, da quelle che si decide di cogliere, o da altri fattori esterni indipendenti dall’azienda stessa.
Per esempio, il fatto che i prezzi di molti prodotti si siano ridotti notevolmente in questi anni ha avuto un chiaro impatto sul nostro fatturato; tuttavia si tratta di cicli quindi magari i valori di mercato in un momento sono bassi ma poi possono risalire. Nel frattempo ognuno adotta le strategie che ritiene più opportune.

Quanto conta per Nuova Castelli il tema della sostenibilità?
Io personalmente ritengo che il concetto della sostenibilità ambientale sia molto ampio e, mi passi il termine, a volte abusato. A me piace vederlo come vicinanza ambientale, sociale per cui noi cerchiamo di avere dei rapporti di filiera con gli allevatori a monte della catena, di instaurare e coltivare con loro rapporti stretti cha danno beneficio al territorio, agli allevamenti e di conseguenza toccano tutto il contesto sociale. Inoltre, aspetto da non trascurare la nostra azienda ha molte produzioni dop che riservano una particolare attenzione all’aspetto della sostenibilità.


Stefania Lorusso