Pax Italia, filiale della multinazionale cinese Pax Global Technology Ltd, quotata a Hong Kong, ha il proprio core business nei terminali Pos basati su Android e nelle relative piattaforme di gestione a valore aggiunto. A livello di gruppo ha chiuso il 2020 con un fatturato di 727 milioni di dollari, in crescita del 15 per cento, e con vendite pari a 12,2 milioni di terminali (+22% sul 2019) in più di 120 Paesi. Come emerge dalle cifre il settore, che trova nel retail il suo primo cliente, è in grande crescita. Ne parliamo con Danilo Arosio, Business & product development director per il nostro Paese.

Chi sono i vostri principali clienti?

Quando parliamo di pagamenti parliamo, ovviamente, soprattutto di distribuzione. Il nostro gruppo raggiunge, oltre alla Gdo, un’ampia serie di soggetti, dall’home delivery, alla moda e lusso, alla ristorazione, alle stazioni carburanti, cercando di essere presente in tutte le occasioni, e sono sempre di più, in cui è necessario un terminale Pos. Il prodotto, fondamentalmente, è molto simile, ma i diversi soggetti hanno differenti esigenze di personalizzazione, sia in termini di dimensioni e di estetica dell’hardware, sia dal punto di vista software.

Quanto è importante la Gdo?

Molto importante, data la numerosità dei punti di vendita e l’elevata frequenza di acquisto. Tuttavia, è anche il settore che spende con minore facilità, in quanto ha bisogno soprattutto di terminali piuttosto ‘passivi’, di base e completamente pilotati dalle casse, dove risiede la vera” intelligenza”. Ultimamente però il mass market chiede, sempre più spesso, l’integrazione con sistemi in grado di leggere codici a barre e QRcode. La Gdo, del resto, se parliamo di tecnologie, in questi anni ha investito soprattutto sul proprio sviluppo online. I suoi sistemi di pagamento, come detto, sono semplici, in quanto devono gestire molte transazioni, con un basso livello di complessità. Per esempio, non è particolarmente avvertito il bisogno di salvare la mancata vendita, visto che una referenza mancante viene normalmente rimpiazzata con quella di un’altra marca, o con un prodotto simile della stessa categoria. Infine, la distribuzione moderna ha moltissimi punti vendita e dunque, per qualsiasi catena, aggiornare o cambiare i Pos diventa molto oneroso.

E i settori più innovativi?

In cima a un’ipotetica classifica ci sono sicuramente il lusso e l’abbigliamento/moda. Qui le transazioni sono meno frequenti, ma, proprio per questo, c’è un’esigenza molto spinta di multicanalità e una forte attenzione a gestire la mancata vendita. I Pos, equipaggiati con molte App e con sistemi operativi Android, permettono dunque, per esempio, di verificare la presenza online della taglia e del colore richiesto dal cliente e di inviargli una mail con il relativo link, per un invito all’acquisto non impegnativo. Il Covid, sebbene frenante per gli investimenti sui negozi e relative strutture, ha invece accelerato l’integrazione omnicanale e dunque ha raffinato i bisogni di molta parte della distribuzione.

Come vengono gestite le applicazioni?

Se è vero che Pax è, innanzitutto, sinonimo di hardware, essa è anche fornitrice di soluzioni software proprietarie, da noi certificate e securitizzate. Il cliente ha a disposizione, per esempio, la nostra piattaforma Paxstore, che consente di caricare le applicazioni, di comunicare con i punti vendita per garantire un’assistenza da remoto, e di scambiare messaggi, tutte operazioni che la Gdo non avrebbe il tempo di svolgere a causa, appunto, di un flusso di consumatori abbondante e continuo. Proprio il lusso, come dicevo, ha continuato a investire anche durante la pandemia, magari per integrare servizi come la consegna a domicilio. Lo stesso per la ristorazione, chiamata a utilizzare Pos portatili, adibiti al food delivery. In precedenza, corrieri e fattorini, dovevano essere pagati in contanti, cosa che però è risulta scomoda, soprattutto quando aumenta la frequenza degli ordini. Ci sono poi nuove possibilità sul versante della sostenibilità: virtualizzare gli scontrini, almeno nelle transazioni non in moneta, è importante, per ridurre i volumi di carta in circolazione e per soddisfare i bisogni dei vettori, che non possono circolare con una stampante.

Altri esempi?

Interessante il caso delle tabaccherie/lottomatiche. Qui, per ridurre i contatti umani e soddisfare un maggior numero di consumatori, sono stati installati moltissimi nuovi distributori automatici, i quali gestiscono anche la fase di pagamento. I Pos di nuova generazione sono in grado di riconoscere anche la maggiore età del cliente e permettono, attraverso telecamera, di pagare all’esterno utenze e bollettini vari. Altro caso è quello dei carburanti. Nelle aree di servizio siamo intervenuti per due clienti di primo piano, riducendo il numero di quei terminali che svolgono una sola operazione, rimpiazzati da terminali Android che gestiscono, nello stesso tempo, pagamenti, riconoscimento delle fidelity card e redemption dei punti.

L’Italia è più o meno tecnologica degli altri Paesi?

L’Italia è il Paese europeo con il maggiore numero di Pos installati, anche perché la legge sull’obbligo dei Pos stessi – nonostante le sanzioni siano state rinviate al 2023 – ha fatto sì che lo Stato erogasse forme di incentivazione fiscale sulle nuove tecnologie. Tuttavia, è anche la nazione nella quale i terminali si usano di meno, per una diffusa abitudine all’uso dei contanti, specie nelle piccole transazioni, dove l’impiego della carta di credito, o debito, è malvisto da parecchi esercenti. È vero però, che negli ultimi tempi, il cashback, molto più della Lotteria degli scontrini, ha dato una spallata aumentando le transazioni con mezzi di pagamento digitali. E questo trend è particolarmente forte tra i giovani che utilizzano in modo massiccio il cellulare per pagare. App come Google Pay o Apple Pay – tanto per citare le più diffuse - sono molto comode: non ci costringono ogni volta ad estrarre la carta che, addirittura, può rimanersene a casa.

In sostanza un settore ad alta crescita…

Sicuramente e, per giunta, la fase di picco non è ancora stata raggiunta, visto che i pagamenti digitali sono ben lontani dalla massima penetrazione. Del resto, cellulari e smartwatch permettono ai Pos, per così dire, di sviluppare la propria intelligenza, andando a svolgere funzioni di notifica dei possibili acquisti correlati, delle promozioni e sconti, e anche di lasciare un feedback immediato all’esercente. Penso, dunque, che, in tempi relativamente brevi, il Pos diventerà un centro di interazione, altamente personalizzato a seconda dei bisogni dei vari retailer. La raccolta dati crescerà in modo esponenziale, anche se bisognerà imparare a leggere meglio e a interpretare big data sempre più ricchi e complessi. Pax, nell’ottica di rendere i propri clienti sempre più efficienti, ha lanciato recentemente una linea di prodotti destinata al piccolo commercio, un settore che prima forse faticava ad accedere a prodotti Android, ma che ora, grazie ad A910, la sintesi perfetta fra un terminale tradizionale e lo SmartPOS, potrà usufruire di Pos di nuova generazione, sempre più intelligenti e multicanali.