Milkman, corriere italiano per conto di clienti come EasyCoop, Nespresso, Zara, Eataly Today e altri, ha aumentato, lo scorso ottobre, il capitale attraverso una somma di 6,4 milioni di euro. Grazie a queste risorse, la società intende accelerare il piano industriale di sviluppo, finanziando la propria espansione geografica per arrivare a essere operativa in tutte le più importanti province italiane per fatturato e-commerce.
Dopo soli 3 anni di vita Milkman, sulla carta una start-up, ha già i connotati di una grande azienda. Fondata nel 2016, è la prima azienda logistica a investire esclusivamente sulla qualità della consegna al consumatore, grazie a una tecnologia innovativa e proprietaria, coperta da brevetti internazionali.
Partita con un fatturato di 450.000 euro nel 2016, la società conta di chiudere il 2018 con più di 7 milioni di euro, dopo avere effettuato 400.000 consegne, con un tasso di gradimento del cliente finale di 4,7 su 5.
Milkman garantisce al consumatore una trasparenza totale sulle spedizioni, con previsioni accurate sull'orario di arrivo e una vasta gamma di opzioni per personalizzare la consegna, come la scelta del giorno e dell'ora, con appuntamenti ad alta precisione, anche nella stessa giornata dell’ordine. Inoltre il destinatario può disdire e ripianificare l’arrivo del corriere fino all'ultimo minuto e senza costi aggiuntivi.
Abbiamo chiesto ad
Antonio Perini, Amministratore delegato, cosa significa, nella pratica, essere corrieri di qualità e quali sono i programmi dell’azienda.

Quali saranno le direttrici di sviluppo?

L’aumento di capitale viene a supporto di un piano di espansione importante, in sintonia con un e-commerce che continua a macinare tassi di crescita molto significativi, intorno al 25% se guardiamo solo ai prodotti, che hanno un tasso di variazione più marcato di quello dei servizi. Milano, Roma e Torino sono già presidiate da Milkman. In piano ci sono, in circa 2 anni, Bologna, Firenze, Genova, Varese, Bergamo, Brescia, Verona, Padova e Vicenza.

Perché solo le grandi città?

Il commercio elettronico si sviluppa ovviamente dove c’è la maggiore densità demografica, anche se poi è proprio qui che esiste anche un’offerta retail molto completa. Del resto dove c’è retail c’è business. Tuttavia mi aspetto aumenti significativi anche nella provincia. È un mercato promettente, ma nel quale lo sviluppo di una rete logistica diventa più complesso. È chiaro che non è un mercato al quale si può rinunciare. Ritengo che, fuori dai grandi nuclei abitativi, verranno creati, in prima battuta, servizi di base, per arrivare in seguito a una gamma di offerta logistica completa.

Cosa vuol dire essere corrieri di qualità?

Qualcosa di semplice e molto ambizioso: assecondare sempre i bisogni del consumatore finale. Le consegne specializzate si distinguono dai normali corrieri, che si reggono soprattutto sul B2B. Le famiglie hanno esigenze molto più variegate, a cominciare dagli orari di ricezione dei pacchi che devono cadere fuori dalla giornata lavorativa, per finire con i molti ordini di piccola entità. È un segmento ‘movimentato’ e dinamico, composto da clienti che, per quanto fedeli e abituali, non sono ricorrenti, come il mondo del business. Ci vogliono dunque corrieri di qualità, in grado di intercettare esigenze variabili e, in un certo senso, volubili. Ma anche quando la consegna non ha particolari vincoli, il consumatore può sempre avere un motivo per interagire con la logistica.

Come si dialoga con la logistica?

Il mondo dei corrieri è contrassegnato storicamente dall’opacità. In questo senso il nostro sforzo, che è soprattutto di tipo tecnologico, è di entrare in contatto con il destinatario con tutti gli strumenti possibili e tenerlo al corrente sul percorso del proprio ordine e sui tempi di consegna. Il nostro primo test è stato fatto su Milano, una città che presenta forti richieste in termini di qualità del prodotto e del servizio, e con una domanda e-commerce molto completa, che va dall’alimentare, all’elettronica, all’abbigliamento, agli articoli sportivi e via dicendo. Il consumatore, insomma, compra online un po’ di tutto. È però la città stessa che ha bisogno di un modello logistico tanto coerente, quanto flessibile, in grado di adattarsi a una pluralità di richieste. L’acquirente non può stare in casa in attesa del corriere, ma nemmeno vuole perderlo di vista e dunque Milkman, con le sue soluzioni capillari, ha richiamato l’attenzione di soggetti che danno un alto valore al proprio brand. Cito per tutti Zara, Nespresso, Eataly: per questi marchi una logistica di alto livello e personalizzabile fa parte del valore stesso del prodotto, anche in presenza di acquisti di piccolo ammontare. Nell’e-commerce, almeno per i beni di consumo, è più difficile essere distintivi e gli elementi differenzianti si riducono, in sostanza, a disponibilità e prezzo. A questo punto una logistica accurata può fare la differenza.

Come viene personalizzato il servizio?

Il cliente azienda e il cliente finale possono aggiungere o togliere opzioni, assicurando ora un servizio di base e ora un servizio ‘sartoriale’. In linea generale credo che il futuro sia, da un lato, in una consegna di valore, sempre più mirata, e, dall’altro, in una consegna gratuita, o più che gratuita. Amazon, per esempio, dal 2014 ha introdotto negli Stati Uniti il servizio ‘no rush shipping’, letteralmente ‘consegna senza fretta’ che assicura, per chi è disposto ad attendere 6 giorni lavorativi, uno sconto o, per gli utenti Prime, una piccola ricompensa che verrà dedotta dagli acquisti successivi. La consegna di base e senza oneri aggiuntivi è coerente con lo sviluppo dell’e-commerce su larga scala, perché il prodotto venduto al supermercato non ha una maggiorazione di prezzo, o, per meglio dire, ha un prezzo finale che contiene già il costo logistico.

Si può comunicare il valore aggiunto logistico?

Certamente. Valga l’esempio di Amazon Prime che è un marchio logistico e, che per gli iscritti, porta ad acquistare preferibilmente sulla piattaforma Amazon, perché Prime vuol dire consegna rapida, gratuita, con indirizzo e carte di credito già salvate. I merchant stanno cominciando a capire che, a parità di fattori, la logistica è il vero collo di bottiglia e che chi non compra non lo fa soprattutto perché è lontano da un luogo presidiato e non vuole avere la complicazione di chiedere ogni volta, ad amici e parenti, di prestarsi come punto di arrivo. Operatori come Milkman nascono proprio per assecondare marchi che non possono, o non desiderano, attivare una propria piattaforma logistica, ma intendono ugualmente sottolineare il valore del servizio.

Dunque possiamo dire che nella logistica c’è ormai un vero assortimento

Non solo possiamo, ma dobbiamo. La competizione è diventata ancora più forte con lo sviluppo del food delivery e di Prime Now, che hanno dimostrato a tutti che la consegna può essere fatta in tempi brevissimi. Dunque anche il nostro settore deve ampliare la propria gamma. E non c’è dubbio che, in tutto questo, giochino un ruolo fondamentale la consegna in orario serale e, se e quando si potrà fare, quella domenicale, che è molto richiesta. Per quanto riguarda Milkman e molte altre piattaforme il sabato è già coperto da tempo: è una giornata chiave, ma certo non facile, visto che di solito il consumatore non desidera stare molto in casa e fissa orari precisissimi, al netto dell’intensità del traffico e della meteorologia, variabili che spetta al corriere affrontare nel migliore dei modi.

Logistica e sostenibilità: un binomio impossibile?

Certamente i corrieri generano un crescente consumo di carburanti e l’e-commerce un quantitativo sempre più ingente di imballaggi, ma per molti merchant la sostenibilità è un valore importante, come dimostra il proliferare dei ‘Bilanci di sostenibilità’, che contengono piani operativi concreti. Al momento non c’è però, da parte del consumatore, la disponibilità a pagare di più per consegne eco attente. Tuttavia ci sono una serie di opportunità che vanno anche a vantaggio del cliente finale. Penso a quello che potremmo chiamare ‘consolidamento’.

Di cosa si tratta?

In una famiglia vari membri fanno acquisti online durante pochi giorni o anche nello stesso giorno e queste consegne possono essere raggruppate. Anzi in certi casi devono esserlo, perché il consumatore ci sta dicendo, sempre più spesso, di passare meno frequentemente, per non avere il problema di essere ogni volta reperibile. Milkman ha sviluppato dunque l’app ‘Milkman Reception’, attiva al momento a Milano e hinterland, che permette, appunto, di fare consegnare a noi i vari oggetti acquistati e di raggrupparli in una sola corsa. In questo modo c’è un risparmio di tipo economico e uno di carattere ambientale. Visto che Milkman significa ‘lattaio’, cioè un soggetto che passa discretamente e rispettando i bisogni del cliente, deve essere coerente con il proprio nome e garantire, quando richiesto, consegne diradate e voluminose. Non è affatto detto che il consumatore voglia sempre una consegna tempestiva. La stessa Amazon, con Plus (articoli molto convenienti, ma acquistabili solo in abbinata con altri ndr.) e Pantry (uno scatolone per clienti Prime da riempire al massimo, visto che la consegna è sempre di 3,99 euro, ndr.) sta esplorando anche questa linea logistica, contraria, in un certo senso, alla sua strategia di arrivare sempre alla meta nel più breve tempo possibile.