Il Consorzio del Prosciutto di Parma nasce nel 1963 per tutelare e valorizzare in tutto il mondo questo grande prodotto della nostra tradizione alimentare e offrire ai consumatori garanzie e sicurezze sulla qualità. Da allora è impegnato in numerose attività, tra cui la gestione e la salvaguardia delle regole produttive, la gestione della politica economica del comparto, la vigilanza e la tutela delle disposizioni di legge e dei regolamenti, la protezione del nome ‘Prosciutto di Parma’ e del relativo marchio, Corona Ducale - attualmente registrato in circa 90 Paesi -, nonché la valorizzazione del prodotto in Italia e nel mondo. Per inciso oggi il Prosciutto di Parma è la terza Dop italiana per export, secondo la classifica di Ismea-Qualivita.
L’organismo collettivo può contare su 140 aziende, tutte situate nella zona tipica di produzione, che continuano a utilizzare e custodire il metodo tradizionale di lavorazione, seguendo lo stesso rigido disciplinare depositato presso l’Unione Europea.
I numeri in gioco sono di tutto rispetto: il valore della produzione ammonta a 800 milioni di euro, 1,5 miliardi il fatturato complessivo e l’export incide per 275 milioni di euro. Il valore al consumo del preaffettato è di circa 300 milioni di euro.
La filiera abbraccia 4.000 allevamenti suini, 118 macelli e dà lavoro a 50.000 persone. Abbiamo chiesto al
Presidente, Vittorio Capanna, di fare con noi un’ampia riflessione sul mercato e sul suo futuro.

Come si sta comportando la domanda?

Il mercato interno risente ancora del calo dei consumi che ha coinvolto anche il nostro settore, mentre all’estero c’è indubbiamente più vivacità. I produttori e il Consorzio si muovono costantemente alla ricerca di nuovi sbocchi, cercando al contempo di comprendere le richieste specifiche del consumatore estero. I mercati asiatici sono quelli a cui guardiamo con più interesse. Da qui la nostra partecipazione alla fiera alimentare ‘Food Hotel China’, svoltasi a Shanghai dal 13 al 15 novembre. Non possiamo tuttavia dimenticare gli Usa e il Nordamerica in generale che dimostrano di avere ancora ampi margini di crescita e il consolidamento dell’area europea, invece più tradizionale.

Cosa prevede per il futuro?

Vista la crescente sensibilità del consumatore verso i cibi tipici italiani, spero in una crescita sostenibile per tutti gli anelli della filiera del Prosciutto di Parma. Dal punto di vista delle performance, per il 2019 l’obiettivo è di mantenere la domanda stabile sul mercato interno, anche approfondendo ulteriormente il legame con il retail. Dal punto di vista strategico, invece continueremo a investire in comunicazione per poter dialogare con il nostro pubblico sui temi della tradizione e della conoscenza del prodotto, due aspetti sempre più decisivi nelle scelte alimentari.

E per l’estero?

Come ho accennato i mercati più promettenti in termini di sviluppo sono quelli orientali. Tra le novità di quest’anno, per esempio, c’è Taiwan che ha recentemente aperto alle esportazioni di Prosciutto di Parma. Attualmente la nostra quota di export sulla produzione totale è di poco superiore al 30%, ma il nostro ambizioso obiettivo è di arrivare gradualmente al 50%. Questo senza mai dimenticare che le nostre radici sono in Italia, un mercato che va sempre osservato, soprattutto oggi che ci troviamo di fronte a un moltiplicarsi di alternative che presidiano le nostre medesime occasioni di consumo.

Come si orientano i vostri investimenti?

Vengono ripartiti, chiaramente, in base alle prospettive. Dunque, in proporzione, stiamo investendo di più oltre confine che nel nostro Paese. All’estero siamo impegnati con un programma di attività volte a fare conoscere e degustare il prodotto. In Italia, invece, gli investimenti si concentreranno sulla nuova strategia di comunicazione che vedrà il coinvolgimento dei grandi media, classici e digitali.

Aggiungiamo ancora qualche elemento sulla comunicazione…

Voglio ricordare che, a inizio novembre, il Consorzio, dopo 3 anni di collaborazione, ha scelto di confermare McCann come agenzia creativa di riferimento anche per il 2019. Il grande successo ottenuto, dal 2016 in poi, con le campagne ‘Sei di Parma se’ e ‘Sei di Parma anche tu’ è stato determinante. La strategia portata avanti finora ha puntato a dare maggiore identità al prodotto. Per il futuro mostreremo anche la sua versatilità in tutti i momenti di consumo della vita quotidiana.

Chiudiamo con un’osservazione sul vostro rapporto con il Mipaaft…

Speriamo, anche a seguito di un incontro con il Ministro, Gian Marco Centinaio, che il Governo intensifichi le proprie strategie di supporto sul versante degli accordi commerciali e della comunicazione. Del resto oggi il consumatore è sempre più sensibile ai prodotti tipici e anche la politica si orienta a difendere i nostri prodotti dalle imitazioni e dalle eventuali restrizioni all’export.