A circa un anno dall’ingresso in Coin della nuova compagine azionaria, Stefano Beraldo, amministratore delegato del gruppo mestrino, ne ha delineati obiettivi e linee strategiche di sviluppo, nonché le azioni intraprese per conseguirli che convergono verso il miglioramento degli asset principali.

Distribuzione Moderna: Quali sono le aree principali su cui è stata centrata di recente l’attività di Gruppo Coin?

Stefano Beraldo: Il ritrovato equilibrio finanziario del gruppo ha permesso di liberare nuove energie e di riprendere a operare proficuamente a partire dall’identificazione di alcune priorità su cui basare il rinnovamento dell’offerta. Le aree su cui è stata centrata l’innovazione sono il prodotto, il negozio e il personale, in particolare le relazioni con il cliente.

DM: Quali sono gli step della strategia messa in atto riguardo il prodotto?

SB: Il primo passo ha riguardato la ridefinizione del ruolo della marca propria, passando da un approccio distributivo a uno centrato sul consumatore, a cui offriamo prodotti secondo una logica “fast fashion”. La razionalizzazione dell’offerta ha portato a una selezione dei marchi che ha ristretto a un range di tre – Luca D’Altieri, Jct e Koan – i 12 marchi precedenti.
Il passo successivo ha portato alla rivisitazione dell’intera catena del valore in modo da ottenere un appropriato rapporto tra qualità e prezzo, in particolare razionalizzando i costi produttivi. Grazie al know-how consolidato nel tempo, continueremo a studiare direttamente i prodotti, ma facendoli produrre ovunque si creino le condizioni ottimali prima delineate.

DM: Quali azioni sono state già intraprese?

SB: I nostri marchi sono stati rilanciati completando il presidio dei segmenti classico uomo e donna (Luca D’Altieri) e fashion urbano (Koan), entrando con Jct nello sportswear in cui non eravamo presenti.
In particolare, la mission di Luca D’Altieri è l’autorevolezza del capo classico, anche al di fuori della rete Coin. Una prima partita è stata infatti venduta come vera e propria marca a una nota catena tedesca.
Un passo ulteriore è stato compiuto lanciando la nuova collezione di abbigliamento per bambini a marchio Twiddy, che grazie alla razionalizzazione del processo produttivo, prima oneroso e poco redditivo, ora sta restituendo ottimi risultati.

DM: Può illustrare i contenuti del progetto relativo al nuovo format dei punti vendita?

SB: Nell’arco dell’ ultimo mese (settembre Ndr) abbiamo ristrutturato sei punti vendita ubicati nelle principali piazze italiane – Taranto, Padova, Bergamo, Bolzano, Milano corso Vercelli e Firenze – a cui si aggiungerà quello di Trieste il 19 ottobre.
Il piano terra, vero e proprio “biglietto da visita” dell’insegna è stato completamente rinnovato puntando sul libero servizio, sull’assistenza e sull’offerta di benessere a partire dalle sale bellezza dove si possono provare le ultime novità. L’offerta è stata arricchita con una gamma di prodotti naturali e una di make up specifico per gli attori.
Anche il reparto dedicato alla casa è stato rimesso a nuovo mantenendo un posizionamento elevato e un’offerta basata su di un’oggettistica selezionata, capace di evocare emozioni. Un’attenzione particolare è stata prestata nello studio del format delle vetrine che vengono allestite in profondità, con un effetto “sfondato” sull’interno del negozio, come veri e propri ambienti domestici.

DM: E per quanto riguarda le risorse umane?

SB: Quello del personale (in Gruppo Coin operano circa 3.000 addetti Ndr) è un ambito delicato, che è risultato il più difficile da rimettere in moto. Il cambiamento di attitudine nelle relazioni richiede uno sforzo che prescinde dall’età delle persone coinvolte. Finora abbiamo lavorato sul duplice fronte della sorveglianza con la presenza di un “mistery shop” e su quello della motivazione anche attraverso incentivi economici.