Consorzio SUN – Supermercati Uniti Nazionali – raggruppa 5 associati: Italmark di Brescia, Alfi (Gulliver) di Alessandria, Cadoro di Venezia, Gruppo Gabrielli di Ascoli Piceno e Gros, Gruppo Romano Supermercati di Roma. La centrale di acquisto italiana, che a sua volta collabora con Esd (Selex, Agorà, Acqua & Sapone e Aspiag), in quarant’anni, compiuti nel 2016, ha fatto molta strada e i dati lo dimostrano ampiamente, come spiega il direttore generale, Stefano Rango.

Secondo le cifre a livello nazionale, la quota di mercato in valore di SUN è passata dall’1,7% al 3,4% del 2017, per portarsi, a fine 2018, intorno al 3,7%. Il fatturato è cresciuto a 2,8 miliardi di euro sempre nel 2017, mentre per il 2018 prevediamo di toccare i 3 miliardi. Nel supermercato, che è il nostro core business, la nostra incidenza sale però al 5 per cento, dunque a pari merito con Auchan e Végé. Se poi consideriamo solo le nostre aree di riferimento, invece del totale Italia, il dato ammonta al 12,5 per cento; parliamo di Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Lazio, Umbria, Abruzzo e Molise. In alcuni bacini, come a Roma, Gros tocca addirittura il 22,5 per cento. Giusto un esempio per fare capire che i nostri soci sono praticamente sempre leader o co-leader a livello locale, provinciale o regionale. E i trend sono in costante crescita.

Quali sono le cifre chiave della rete?

Dal 2011 al 2017 siamo passati da 300 a circa 600 punti di vendita. Per il 2018 la cifra attesa dimostra un consolidamento su un totale intorno ai 615 negozi. Le uscite, nel 2013-2014, di Superconti e di Orvea, due soci fondatori, sono dunque state ampiamente attutite, senza cali apprezzabili e compensate, fra l’altro, dall’ingresso di Alfi-Gulliver nel 2015. Gli investimenti pianificati ogni anno, per aperture e riqualificazioni, non sono mai mancati nella nostra storia e il piano industriale 2018 prevede un valore intorno ai 60 milioni di euro. Anche la forza lavoro sale: dai 4.600 addetti del 2011 agli oltre 10.000 del 2018. Aggiungo che siamo sempre aperti ad accogliere altre realtà, fermo restando che gli aspiranti soci devono mantenere i nostri valori e le nostre priorità strategiche, dunque essere solidi e ben radicati nel territorio.

Sun ha la particolarità di abbinare indipendenza e alleanza. Questo concetto come si concretizza?

Questo abbinamento ci rispecchia molto e del resto gli associati hanno sempre parlato in prima persona e continueranno a farlo. Il consorzio ha preferito restare un po’ dietro le quinte. Ma da un po’ di tempo stiamo apportando qualche trasformazione che metterà Sun un po’ più spesso in prima linea, per fare sapere ai consumatori che siamo, con la nostra storia quarantennale, uno dei protagonisti della Gdo italiana. Questo perché bisogna essere trasparenti, come lo è la nostra comunicazione che, da quasi 2 anni, coinvolge anche i fornitori, specialmente nel campo delle private label. Per le persone è importante sapere chi c’è veramente dietro ai marchi Consilia e la chiarezza fortifica i nuovi lanci. Ovviamente la nostra strategia associativa resta immutata: vogliamo continuare a essere un punto di riferimento per quegli imprenditori che hanno fatto del retail diretto il proprio core business.

L’integrazione digitale è sempre più necessaria. Quali sono le vostre scelte?

Sicuramente i soci si stanno dando da fare in questa direzione nei propri bacini di utenza. Alcuni, come Magazzini Gabrielli, hanno fatto esperimenti sul clicca e ritira. Altri stanno pensando di seguire questo esempio e altri ancora, come Italmark, si muovono soprattutto sui social, interagendo fortemente con il consumatore. A un livello più generale siamo tutti d’accordo sul concetto di integrazione e sul fatto che l’e-commerce sia un obiettivo, ma da considerare senza troppa urgenza, visto che la vendita online, almeno nel grocery, ha cifre ancora piccole. Come consorzio Sun le strategie digitali rientrano nel discorso, ben più ampio, dei programmi per Consilia, il marchio ombrello collettivo che è uno dei maggiori punti forti che legano la centrale e la compagine degli associati. Se è vero che non siamo ossessionati dal digitale, è altrettanto vero che in comunicazione ci stiamo muovendo con maggiori motivazioni, visto che Internet, in tutte le sue declinazioni, è un medium indispensabile per passare al cliente finale contenuti di carattere informativo oggi altrettanto irrinunciabili, specie per chi, come noi, ha fatto della trasparenza un punto di forza.

Rimaniamo su Consilia, sulle sue cifre chiave e sui programmi…

Consilia, dal 2007 al 2017, ha avuto un balzo di fatturato da 59 a 125 milioni di euro all’acquisto. Al consumo rappresenta ormai il 14-15% degli acquisti, con dati che, per alcuni soci, toccano il 18 per cento. Per il 2018 il sell in a valore toccherà 135 milioni, il tutto anche grazie a un assortimento salito, sempre in 10 anni, da 1.100 referenze a 2.060, con una proiezione 2018 di 2.150 circa. Questo vuol dire, evidentemente, espansione degli assortimenti, ma anche nuovi posizionamenti di offerta. A ‘Saper scegliere Consilia’, la gamma mainstream, che copre la maggior parte dei bisogni, con un peso del 70% sul totale referenze, sono state accostate gamme più specialistiche, ad alta crescita, come ‘Le Scelte Premium’, specialità alimentari, ‘Le Scelte della Natura’, bio, eco e vegan, ‘Le Scelte Su misura per te’, che comprendono il salutistico. Da questo parte la sotto segmentazione, per esempio nel free from, che vuole soddisfare bisogni ancora più mirati. Il tutto ha un denominatore e un asset comune nella qualità: i capitolati sono molto rigidi e, nei nostri negozi, Consilia deve sempre posizionarsi al livello del leader, ma con un prezzo migliore. Per Sun questo elemento è tanto più importante in quanto fattore aggregante degli associati e della centrale. La qualità dunque è verificata nei laboratori, il gradimento misurato su consumatori tester e successivamente, attraverso le opinioni di chi ha acquistato i prodotti, facciamo continue analisi di mercato, seguite, se necessario, dalle opportune messe a punto.

Consilia avrà certamente delle priorità: quali sono?

La priorità oggi è fare crescere ulteriormente Consilia, una crescita che non può più avvenire con un aumento assortimentale, visto l’alto numero di referenze. Abbiamo il vantaggio di poter lavorare sul marchio ombrello per strutturarlo come marca, e dunque farlo vivere di vita propria, anche attraverso i canali digitali, dove esiste già da tempo il sito prodotticonsilia.it. Per costruire un brand il passo fondamentale è, in ogni caso, la comunicazione, che è partita con un primo investimento di product placement nel ‘Grande Fratello Vip’, in onda su Canale 5. Questo ovviamente permette di generare molta curiosità e di instaurare un’equazione tra Consilia e un target alto, i vip appunto, dunque molto selettivo in fatto di qualità. Arriveremo anche a fare comunicazione direttamente sul brand, con campagne che metteranno la marca in primo piano. Gli studi sui media, condotti in funzione dei nostri bacini di utenza, ci dicono che dovremo avvalerci di una varietà di mezzi, mixando quelli nazionali, classici e non, con quelli locali.