In Italia il settore delle carni fattura circa 30 miliardi di euro, di cui oltre 20 miliardi provengono dall’industria della trasformazione che coinvolge 67 mila addetti pari al 16,5% di quelli dell’industria alimentare. La filiera suinicola da sola produce un fatturato di oltre 11 miliardi di euro, ripartiti in 3,4 miliardi di euro per la fase agricola e 8 miliardi di euro per la fase industriale. Prosciutti crudi e salami stagionati, wurstel, prosciutti cotti e bresaola godono di un ottimo posizionamento sui mercati esteri, in primis Germania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti. Nel 2018, a fronte di una perdurante stagnazione dei consumi interni, l’export ha continuato ad aumentare (+1,0% sul 2017) per un valore di 1,5 miliardi di euro (+0,3% rispetto al 2017). Altrettanto rilevante sotto il profilo economico è la filiera della carne bovina che rappresenta il 4,4% del fatturato realizzato dall’intera industria alimentare nazionale, con un valore di 6.160 milioni di euro nel 2018. L’Italia è il quarto produttore europeo di carne bovina, sebbene nell’ultimo decennio abbia perso quasi un terzo della produzione e sia cresciuto il ricorso alle forniture estere, più competitive sul prezzo.

Sono questi alcuni dati della ricerca socio-economica condotta dal Consorzio Aaster che permette di scattare un’istantanea sulla filiera delle carni e dei salumi contribuendo a riflettere sulle sfide che il settore può e deve saper cogliere per continuare a crescere nel futuro. Un tema al centro della tavola rotonda Dialoghi con le meraviglie del nostro paese prevista presso il Teatro Michelangelo di Modena. L’evento rientra nella tappa emiliana del Grande Viaggio Insieme di Conad, dal 14 al 16 novembre, che punta quest’anno i riflettori sul tema delle filiere agroalimentari. Non è un caso che sia Modena la città scelta per parlare del settore dei salumi: il distretto modenese delle carni conta più di 4 mila aziende e un fatturato di 3 miliardi di euro. Modena è la provincia italiana con il più alto numero di aziende artigiane e attrae una domanda estera di carni made in Modena che ha raggiunto i 660 milioni di euro nel 2018, collocandosi al primo posto in Italia, davanti a Verona e Parma. È anche la seconda provincia emiliana, dopo Parma, per produzioni di otto Dop e Igp, di cui tre sono modenesi: il Prosciutto di Modena Dop, lo Zampone di Modena Igp e il Cotechino di Modena Igp.