L’Ufficio Studi Confcommercio commenta i dati sulle vendite al dettaglio diffusi dall’Istat. La crescita delle vendite al dettaglio in novembre è un segnale positivo che contribuisce a ridurre la probabilità di osservare, a consuntivo, un quarto trimestre 2018 con PIL ancora in riduzione.

Tuttavia, sono molti e coerenti gli indizi che fanno pensare a una variazione mensile indotta più da un effetto di sostituzione e anticipazione di acquisti rispetto a dicembre e gennaio piuttosto che a un fenomeno di spesa aggiuntiva. È il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat.

L’incremento degli acquisti - spiega la nota - è concentrato su elettromestici, telefonia, informatica, calzature e altri beni durevoli e semidurevoli di importo unitario medio o elevato, la cui movimentazione è stata condizionata dal cosiddetto Black Friday che, da fenomeno limitato nel tempo e al solo canale online, sta ormai coinvolgendo tutte le formule distributive per periodi anche superiori alla settimana.

La crescita delle vendite presso le superfici specializzate ne è ulteriore testimonianza, completata dall’accelerazione del commercio online, complessivamente a scapito delle imprese operanti su piccole superfici.

In sostanza, l'incremento della domanda di novembre potrebbe rappresentare un’accentuazione di un fenomeno, già visibile negli anni più recenti, di spostamento della stagionalità degli acquisti a novembre rispetto al bimestre successivo. Il che, in termini macroeconomici, non comporta una revisione delle deboli prospettive dell’economia italiana, tanto per la fine dello scorso anno quanto per il 2019.